Milano.<mc> [testo]mediobanca e il suo maggior azionista leonardo del vecchio sono «allineati come strategia e cose da fare» e, scartata l'idea di dover fare un' acquisizione «per forza e a ogni costo». c'è spazio per crescere per linee interne nel wealth management, ossia nella gestione di grandi patrimoni e nel risparmio gestito, e per garantire «una buona remunerazone ai soci». è in sintesi quanto ha indicato l'amministratore delegato alberto nagel alla presentazione dei risultati, sopra le attese, del primo semestre 2020/2021 con la conferma quest'anno di un payout al 70% se la bce permetterà alle banche di distribuire i dividendi facendo venir meno lo stop valido fino al 30 settembre. nei primi sei mesi, chiusi a fine dicembre, mediobanca può esibire un utile netto di 410,6 milioni, inferiore rispetto allo stesso perido 2019 (467,6 milioni) ma triplicato se il confronto si fa sul semestre concluso a fine giugno scorso, che risentiva in pieno del primo lockdown per covid. a migliorare è stato soprattutto l'utile del secondo trimestre che si è portato a 210,5 milioni, in crescita non solo rispetto ai tre mesi precedenti (+5%) ma anche in confronto al secondo trimestre 2019/2020 (197 milioni). i ricavi sono leggermenti scesi a 1.300,8 milioni (1.325,2 sullo stesso semestre del 2019-2020) per il minor contributo di generali. visto nel primo trimestre per l'arbitrato su bsi, ma in miglioramento dai sei mesi precedenti (1.187,8 milioni) grazie alla crescita a due cifre delle commissioni (+16,5% a 382,8 milioni) nel corporate investment banking. è stato infatti un periodo di grandi operazioni, che mediobanca ha seguito come advisor, a partire dalla fusione psa-fca. nel prossimo semestre il flusso sarà inferiore ma tutto sommato la banca prevede un buon andamento gestionale.