Casaleggio, no ai documenti per i social

Da Bansky ad Wikileaks, proteggere l'anonimato

ROMA


(ANSA) - ROMA, 13 NOV - "C'è chi propone l'identificazione obbligatoria con un documento di identità per potersi esprimere in Rete, ma prevedere l'identificazione esplicita lede il diritto di parola da una parte ed è un'assurdità tecnica dall'altra. Il clandestino, il fuggiasco, il perseguitato, il dissidente politico, il rinnegato e il pentito di mafia sarebbero tutti esclusi dal potersi esprimere sulla Rete". Lo sostiene il presidente dell'associazione Rousseau, Davide Casaleggio, in un post sul blog delle Stelle dove cita Banksy e Italo Svevo, Alice nel Paese delle Meraviglie e Wikileaks come esempi di opere prodotte grazie all'anonimato. "Vogliamo veramente sottrarre alle persone emarginate dalla società la possibilità di partecipare al dibattito online?" si chiede Casaleggio che ricorda il caso di "una moglie che sosteneva il Movimento, che avrebbe preferito non farlo sapere al marito perchè parlamentare di un altro partito, costretta però a rivelarsi per sbugiardare un giornalista".













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