maternità surrogata

La bimba abbandonata in Ucraina affidata a una famiglia piemontese

La piccola di 15 mesi, nata da una maternità surrogata e lasciata dai genitori biologici, sarà adottata. La procura di Novara ha aperto un fascicolo


Mauro Barletta


TORINO. Ha già trovato una famiglia la bimba di 15 mesi nata in Ucraina con tecniche di maternità surrogata ma subito dopo abbandonata dai genitori biologici.

La piccola è con una coppia "affidataria" residente nel Piemonte nord-orientale. Il tribunale per i minorenni, da Torino, ha avviato l'iter verso la sistemazione definitiva. Nel frattempo, la Procura di Novara - che fin dall'inizio è stata investita del caso e ha coordinato le operazioni necessarie per l'arrivo in Italia della piccina - ha aperto un fascicolo. Per il momento non ci sono indagati né ipotesi di reato.

Dal punto di vista giuridico la situazione è complessa: l'ipotesi di un procedimento penale per "abbandono di minore" è quella presa in considerazione dai magistrati, ma prima occorre districarsi nel labirinto di norme, leggi e convenzioni internazionali.

Nei giorni scorsi il procuratore Giuseppe Ferrando aveva fatto interrogare i genitori biologici, ricevendo la conferma che entrambi non avevano più intenzione di occuparsi della bimba. I due, entrambi piemontesi, erano andati in Ucraina nell'agosto del 2020 - in una delle parentesi concesse dal Covid per gli spostamenti aerei - per avere un figlio attraverso una madre surrogata.

Dopo il puntuale riconoscimento della bambina erano rientrati in Italia affidando la neonata a una tata del posto. Al compimento del primo anno di vita della bimba, non avendo più notizie dai genitori e non avendo più nemmeno ricevuto il compenso pattuito per il sostentamento della piccola, la donna si è rivolta al consolato italiano: "Ho finito il denaro, non so cosa fare".

L'alternativa al viaggio in Italia sarebbe stata un orfanotrofio di Kiev. Ma portare avanti l'operazione, cui hanno preso parte lo Scip (servizio di cooperazione internazionale della polizia) e la Croce Rossa, non e' stato semplice. L'arrivo dell'aereo a Malpensa non è stato che una tappa della missione. Ora bisogna pensare al futuro della bimba.

Insieme a una famiglia "affidataria" le è stata trovata una tata che parla ucraino, l'unica lingua che finora ha potuto ascoltare: una mossa che ha per obiettivo l'attenuazione del disagio provocato da uno stravolgimento così radicale. La donna che si è occupata di lei in Ucraina è una signora di mezza età, con un figlio di 17 anni, che secondo le testimonianze della Croce Rossa si è comportata perfettamente, allevando una bimba allegra e vivace, ma che non era in condizioni economiche tali da continuare a svolgere "l'incarico".

Agli operatori, dopo essere scoppiata in lacrime, ha consegnato delle foto: "Le darete ai futuri genitori, così quando crescerà le potrà vedere". Si è offerta di adottare la bambina abbandonata Maria Sole Giardini, Consigliere Generale dell'Associazione Luca Coscioni: "Non si tratta di come un bambino nasce ma dell'amore che si è disposti a dargli - sottolinea -. E' per questo che io e mio marito Sergio siamo disponibili ad accogliere la bambina nata in Ucraina".

L'Associazione lavora dal 2016 insieme ad altre a una proposta di legge sulla cosiddetta gravidanza "solidale", portata avanti cioè senza alcun compenso "con l'obiettivo di mettere al centro la tutela dei nati, della gestante per altri e dei genitori intenzionali, ovvero coloro che hanno fatto ricorso alla Gpa", la gestazione per altri. "Sconvolge tutti la storia della bimba abbandonata dai genitori - commenta il segretario dell'associazione, Filomena Gallo -, ma al contrario della direzione in cui sta andando il dibattito, il problema non riguarda la tecnica in questione. Il nesso abbandono/gravidanza solidale pertanto è sbagliato e fuorviante". 













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