Sgarbi, Raffaello tra donne e capolavori

Da 9/10 a Roma nel 500/o della morte. Poi Dante e Artemisia

ROMA


(ANSA) - ROMA, 1 OTT - "Raffaello è la più rognosa di queste avventure. È un genio che non ha bisogno di me né del mio racconto. È il nostro più grande pittore, un filosofo, un sistematore di idee. Dipinge in presenza di Dio. Ha un solo punto dove appigliarsi: l'ossessione maniacale per le donne.

Vasari racconta che non poteva dipingere senza appagare i suoi sensi". Così, dopo Caravaggio, Michelangelo e Leonardo, Vittorio Sgarbi prosegue nella sua galleria di grandi anniversari e porta in scena 'Raffaello', il maestro delle Madonne e della Scuola di Atene, alla vigilia dei 500 anni dalla morte (dal 9 al 13/10 al Teatro Olimpico di Roma). Uno spettacolo, dice, "che dovrò ridurre: al momento dura oltre 4 ore, tanti sono i capolavori realizzati in 37 anni di vita". Ma già pensa ai prossimi capitoli. "Dante, nel 2021 - dice - Ci potrebbe essere un Canova nel 2022. Soprattutto vorrei dedicare uno spettacolo ad Artemisia Gentileschi e uno agli 'invisibili', maestri come l'Ortolano o Saturnino, bravissimi ma sconosciuti".













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