Variety, estate italiana tra arene e Piccolo America

Racconta battaglia associazione e iniziative Alice nella città

ROMA


(ANSA) - ROMA, 06 AGO - L'impegno dei ragazzi del Cinema America per il cinema in piazza d'estate, attraverso tre location da 1000 posti, e il giudizio a favore delle arene gratuite da parte dell'Antitrust, nella battaglia guidata dall'associazione per accedere a una più libera distribuzione dei film, sono fra i temi al centro dell'articolo di Variety sul cinema estivo in Italia tra arene e soluzioni creative, come quelle di Alice nella città.

Si ricorda la partecipazione anche del premier Conte con la compagna a inizio luglio, all'apertura delle proiezioni romane di 'Cinema in piazza' a San Cosimato, nel rispetto delle misure anti Covid. "L'evento è organizzato dall'associazione non profit Piccolo America, un gruppo energico di giovani appassionati di cinema che smuovono le cose sin da quando hanno occupato il vicino Cinema America, che era stato chiuso", scrive Nick Vivarelli, che ricorda come la sentenza dell'Antitrust abbia 'liberato' per le arene gratuite una grande quantità di titoli.

Il cinema, spiega il presidente dei ragazzi del Cinema America Valerio Carocci, "può essere un grande strumento dopo il Covid-19 per insegnare alle persone a riunirsi di nuovo collettivamente negli spazi pubblici della nostra città".

Il riavvio però, stando al box office, è lento: "Il primo weekend di agosto- si legge nell'articolo - ha visto 87 mila presenze per 516 schermi, includendo le arene a pagamento, con una media di 23 spettatori per schermo". Spazio anche alle "soluzioni creative", dalle facciate dei palazzi trasformate durante il lockdown in grandi schermi, all'arena estiva sul laghetto dell'Eur, organizzate da Alice nella città, sezione autonoma e indipendente rivolta al pubblico più giovane, della Festa del Cinema di Roma. Durante il lockdown "abbiamo ricevuto tante chiamate da persone che ci chiedevano di organizzare un drive-in - spiega Gianluca Giannelli, direttore di Alice nella città con Fabia Bettini -, ma non ci piaceva l'idea di passare dall'essere chiusi in salotto a essere chiusi nelle proprie auto, in un momento in cui la natura stava prevalendo. Così abbiamo pensato a uno spazio naturale per mostrare i film all'interno della città". (ANSA).













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