Ultimi preparativi per la missione europea dedicata alle nuvole



<p>Ultimi preparativi per la missione europea Earthcare, dedicata allo studio delle nuvole e del loro ruolo nel determinare il clima della Terra: il satellite, realizzato dall’Agenzia Spaziale Europea con il contributo dell’Agenzia spaziale giapponese Jaxa, è pronto per essere impacchettato e imbarcato verso gli Stati Uniti, destinazione la base di Vandenberg in California, da dove è previsto il lancio a maggio 2024 a bordo di un razzo Falcon 9 della Space X. Il satellite, che ha superato gli ultimi controlli in Germania, è dotato di quattro diversi strumenti ed è la più complessa delle missioni Esa dedicate all’osservazione della Terra, ideata più di 20 anni fa. <br /><br />Sebbene le nuvole svolgano un ruolo estremamente importante nel riscaldamento e nel raffreddamento dell’atmosfera, rimangono uno dei più grandi misteri, probabilmente il meno compreso in assoluto, all’interno di ciò che sappiamo su come l’atmosfera guida il sistema climatico. Le nuvole e, in misura minore, gli aerosol (quell’insieme di minuscole particelle che si trovano sospese nell’atmosfera) riflettono nello spazio l’energia solare in arrivo sulla Terra, ma intrappolano anche l’energia infrarossa che viene emessa dal nostro pianeta: sono perciò responsabili del raffreddamento e del riscaldamento del sistema. I quattro strumenti all’avanguardia di EarthCare lavoreranno insieme per fornire uno sguardo il più possibile completo della complessa interazione tra nuvole, aerosol e radiazioni, in modo da ottenere nuove informazioni preziose nel quadro dell’attuale crisi climatica. “EarthCare è certamente pronto a dare un contributo importante ai complicati modelli climatici e alle previsioni meteorologiche”, commenta Dirk Bernaerts, responsabile Esa del progetto. <br /><br />“Nonostante il concetto iniziale della missione sia stato proposto più di 20 anni fa, EarthCare è più attuale che mai. Sono profondamente colpito dal fatto che la missione si basi su requisiti scientifici così eccellenti e visionari”, afferma Koji Terada, vicepresidente della Jaxa. “EarthCare ha richiesto uno sviluppo di 15 anni, con esperti coinvolti da oltre 15 paesi in Europa, Giappone, Canada e Stati Uniti. E grazie a questo duro lavoro – aggiunge Maximilian Sauer, responsabile del progetto per Airbus – abbiamo un satellite destinato a migliorare i modelli climatici”.<br /><br />L’azienda italiana Leonardo ha fornito un importante contributo tecnologico alla missione, grazie anche al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Suo, infatti, il trasmettitore laser integrato nello strumento Atlid, che è in grado di osservare particelle dell’atmosfera di dimensioni inferiori a un millesimo di millimetro, ovvero 30 volte più piccole dello spessore di un capello. Per riuscirci il dispositivo, realizzato nei siti di Pomezia (Roma) e Campi Bisenzio (Firenze), emette circa 3.000 impulsi al minuto, che vengono riflessi dagli aerosol.<br /><br />Di Leonardo anche i 5 pannelli fotovoltaici di EarthCare, che ricoprono l’ala di 11 metri del satellite per un totale di oltre 5.500 celle, in grado di fornire il fabbisogno energetico di due piccoli appartamenti. Dal momento che EarthCare orbiterà a circa 390 chilometri di altitudine, i pannelli sono stati realizzati con una speciale vernice bianca per poter resistere all’erosione tipica di quella quota. Anche lo strumento della Jaxa, un radar che fornirà informazioni sulla struttura verticale e la dinamica interna delle nuvole, ha a bordo un trasmettitore messo a punto dall’azienda italiana nello stabilimento di Nerviano (Milano), che amplifica e fornisce all’antenna dello strumento la potenza e il segnale per funzionare. Infine, Leonardo ha fornito anche un sensore che si attiva solo in caso di necessità per orientare il satellite.</p>









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