Alto Adige, rinforzi quasi «obbligati» 

La sfida con il Ravenna ha evidenziato il peso di Morosini, Turchetta e Fabbri. Domani sera turno infrasettimanale a Fano


di Filippo Rosace


BOLZANO. C’è poco tempo per rimuginare, il Fano incombe. Diciamo la verità: il punticino raccolto dall’Fc Alto Adige contro il Ravenna ha lasciato scontenti un po' tutti. In primis il mister biancorosso Paolo Zanetti, che confidava di riaprire le danze con una bella e convincente vittoria; a seguire il pari non soddisfa neanche la “piazza” che adesso s’attende gli adeguati e promessi rinforzi. Il match con il Ravenna ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che l’organico di Zanetti soffre di mal di ricambi. Il cambio di marcia imposto nella ripresa con l’ingresso di Morosini, Turchetta e Fabbri ha fatto intendere quanto le tre pedine siano essenziali (sempre se in buona condizione) all’economia del gioco della squadra. L’ingresso dei tre ha fornito la possibilità di ricomporre la cosiddetta “squadra tipo”, mettendo in difficoltà la compagine bizantina. Mister Zanetti, al momento, deve fare di necessità virtù, ovvero centellinare le forze onde evitare di spremere gli elementi cardine, visto che il campionato è lungo e gli impegni si susseguono a tamburo battente.

Detto questo, è chiaro che il pallino del gioco è adesso anche in mano al Ds Paolo Bravo che, in quel che rimane del mercato invernale, dovrà fare scelte oculate e, ovviamente, adeguate al budget che ha a disposizione. Nella lista della spesa ci sono tre voci: un attaccante, un esterno destro e uno sinistro, questi ultimi due acquisti però dipendono da quanti soldi rimarranno una volta che Bravo si presenterà alla cassa per pagare l’attaccante. Così si spiega la resistenza del Ds nel non voler cedere Procopio alla Reggina: il dirigente, difatti, prima scoprirsi vuol essere certo di poter allettare, con euro alla mano, un altro esterno. Situazione che si potrà definire solo dopo aver archiviato la pratica attaccante. Il tema punta centrale è da affrontare con determinazione e consapevolezza, così come lo hanno affrontato altre realtà che hanno compiuto quel sacrificio che ha consentito di portare a casa pedine importanti.

Intendiamoci: quando si parla di sacrificio si parla di quei 80-90 mila euro a stagione per assicurarsi un attaccante di fascia medio-alta. Di esempi questo mercato invernale ne ha offerti diversi, a partire dal sacrificio compiuto dalla Trestina per assicurarsi Costantino, da quello del Catania per Matteo Di Piazza, della Reggina per il francese Abdou Doumbia, del Catanzaro per Andrea Bianchimano, quello del Potenza che ha prelevato dal Teramo Bacio Terracino, e infine da sottolineare lo sforzo compiuto della Vis Pesaro che ha stretto la mano a Marco Guidone, attaccante ex Padova sul quale aveva messo gli occhi, già in tempi non sospetti, il Ds Bravo. Per acquistare una punta, che possa non solo comporre la rosa delle possibilità di mister Zanetti ma anche avviare un discorso di stabilità per la stagione a venire, servono gli euro. Tocca adesso al nuovo ad, Gerhard Comper, cominciare ad affrontare il tema del budget finalizzato al potenziamento della squadra, con la speranza di riscontrare le necessarie aperture di credito per la costruzione di una squadra ambiziosa. Ma da subito. L’Alto Adige ha salutato Alessandro Barilli, che ha segnato un breve percorso al servizio della società biancorossa. Esperienza svuotata di ogni significato all’indomani del riordino del direttivo altoatesino. Barilli, inizialmente presentato come consulente e successivamente responsabile dell’area tecnica, attendeva un ruolo ben definito e di peso nell’organigramma biancorosso. Intenzioni che non hanno trovato adeguata concretizzazione, da qui l’addio.

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