AZEGLIO VICINI IL CT AZZURRO SILENZIOSO

Se ne è andato nei giorni scorsi con discrezione, come discreta è stata tutta la sua carriera ma non in senso minimalista quanto per i toni, sempre sottovoce, rispettosi, ma decisi. Azeglio Vicini è...


di VALENTINO BECCARI


Se ne è andato nei giorni scorsi con discrezione, come discreta è stata tutta la sua carriera ma non in senso minimalista quanto per i toni, sempre sottovoce, rispettosi, ma decisi. Azeglio Vicini è stato prima il Ct dell’Under 21 dei fenomeni e poi della Nazionale delle “Notti magiche” quella dei Mondiali in casa del 1990, uscita nei quarti per un’insostenibile leggerezza di Zenga contro l’Argentina di Maradona. Era un’Italia forte, talentuosa, con Maldini, Donadoni, Vialli e quel Totò Schillaci che sembra essere il Paolo Rossi del 1982. Una squadra di talento e personalità e che aveva nelle corde il Mondiale anche perchè l’Argentina non era quella del 1986 e la Germania, che poi vinse quel Mondiale, era squadra solida, competitiva per statuto e vocazione, ma sicuramente terrestre ed abbordabile. E così Azeglio Vicini e quella generazione di fenomeni non sono passati alla storia. Era un “federale” Vicini, cresciuto nella scuola statale del calcio della Figc come Bearzot prima e Cesare Maldini poi. È stato l’ultimo Ct uscito dalla palestra Figc perchè dopo c’è stato l’avvento di Sacchi e anche la figura del commissario tecnico si è spettacolarizzata. Ma questo non deve togliere i meriti ad Azeglio Vicini, il Ct silenzioso.

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