Benetello: se la sfida è in famiglia

Per papà Bruno è la 32esima edizione della Marcialonga , per Mirco la sesta: l’arrivo a Cavalese è sempre un’emozione


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «La prima volta è stata nel 1977. Eravamo un gruppo di amici e siamo partiti da Bolzano alle cinque di mattina che nevicava. L'accordo era di andare con il mio furgone, ma all'ultimo minuto abbiamo dovuto cambiare programma, perché non avevo le catene. Siamo saliti in Val di Fiemme in macchina con l'incubo di non arrivare in tempo».

Bruno Benetello, classe 1941, molto conosciuto in città, perché per anni ha gestito un banco di frutta e verdura in piazza Erbe, racconta così la sua prima Marcialonga. «Arrivare al traguardo era stata un'impresa epica: ho impiegato 10 ore. Allora gli sci si sciolinavano dalla punta alla coda ed erano praticamente incollati alla neve. Oggi non è più così, ma l'emozione è sempre la stessa: quando dopo 70 chilometri arrivo a Cavalese mi sembra di aver scalato l'Everest». Per Benetello quella di domenica è l’edizione numero 32.

La storica. Per suo figlio Mirco, 42 anni, vicedirettore della Confesercenti, la sesta. Entrambi sono iscritti anche alla Marcialonga storica in programma sabato: partenza alle 9.30 da Lago di Tesero e arrivo a Predazzo. Undici chilometri in tecnica classica per rievocare anche attraverso l'attrezzatura di allora gli inizi eroici di una manifestazione che ha fatto conoscere in mezzo mondo le Valli di Fassa e Fiemme.

Bruno e Mirco saranno anche alla Marcialonga storica. «È dal momento in cui ho saputo che c'era, che aspetto questo giorno – dice Bruno -: sarà fantastico ricordare le prime edizioni». L'organizzazione ha invitato i partecipanti a tirar fuori dalle cantine sci, scarpe e abbigliamento vecchi: sono passati soltanto pochi decenni, ma sembrano secoli. «Gli sci – ricorda Bruno - erano di legno, gli attacchi due pezzi di ferro, le scarpe in genere gelide, si bagnavano facilmente».

I vecchi sci. Mirco si è dato da fare per recuperare la vecchia attrezzatura. «L'ho trovata in internet. Mi è costato più il viaggio fino a Padova che l'attrezzatura stessa». Ma adesso non ha dubbi: ne è valsa la pena. «Mi sono innamorato di questi sci». Mirco li guarda entusiasta: sono di legno verniciati di bordeaux con gli adesivi che testimoniano le gare fatte dal precedente proprietario, il legno della base è scuro a conferma delle tante scioline messe e poi tolte. Sugli attacchi sono già montate le scarpe color verde fastidio, anche quelle d'epoca. I bastoncini sono stati recuperati in soffitta. Il problema ora è trovare l'abbigliamento di 40 anni fa.

Bruno ha già risolto il problema: «Mi metto una vecchia giacca a vento comprata in Finlandia e un berretto di lana scambiato tanti anni fa con uno scandinavo». La passione per gli sci stretti ha portato Benetello senior a gareggiare un po' in tutto il mondo: ha fatto una quindicina di gare internazionali, tra cui due edizioni della Vasaloppet, la Tervahiihto (Marcia del catrame in italiano, ndr )in Finlandia, la traversata della Finlandia.

«Ho partecipato a tante gare e questo mi ha consentito di vedere posti e paesaggi completamente diversi, ciononostante la gara più bella per me resta la Marcialonga. Perché? Forse, il motivo principale è che si attraversano due vallate e dappertutto trovi gente che ti incita e fa il tifo».

La sciolina. Se Mirco in questi giorni sta pensando alla tattica da adottare in gara per fare un buon tempo, Bruno sta studiando le scioline. Tra i due è lui l'esperto: sua la responsabilità della scelta. Nella tecnica classica si sa che la sciolinatura è importantissima: bisogna trovare il giusto compromesso tra tenuta e scorrevolezza. Ognuno ha le sue teorie in merito. Questo almeno per quanto riguarda il gruppo degli “umani”. I campioni già da tempo hanno risolto ogni dubbio, eliminando del tutto la “tenuta” per evitare che sul piano gli sci frenino e spingono soltanto di braccia anche sulla salita finale della cascata di Cavalese.

«Quello però – dice Bruno – è un altro pianeta. Io come per tutte le gare anche stavolta preparo due paia di sci a testa: uno per il freddo e l'altro per il caldo. Le previsioni però dicono che domenica sarà una bella giornata non particolarmente fredda. Se questo verrà confermato, ho già deciso: metto una superfluorata da 0 a -4 gradi e poi passo il dado caldo».

Benetello ha trasformato il garage in un piccolo laboratorio: sul soffitto ci sono dei supporti dove sono allineati gli sci usati in questi anni in tante gare, su un lato il bancone da lavoro con la sagoma e il ferro da stiro. È lì, in quei pochi metri quadrati, che Bruno si diverte a preparare gli sci per quella che è la gara principe della stagione.

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