Bicciato da dieci e lode Decimo tricolore in salita

Automobilismo Civm. L’alfiere della Scuderia Mendola a 50 anni stupisce ancora «Il rammarico? Mancano le nuove generazioni, la mancanza di sponsor si sente»



BOLZANO. Adesso i conti tornano. E la cifra è tonda, doppia, perfetta. 10, come i titoli italiani che il cronoman della salita, Rudi Bicciato, ha appena conquistato. 50, come i suoi anni, mai considerati un limite, perchè per l'alfiere della Scuderia Mendola le soglie non esistono, sono solo nella mente. Il decimo scudetto italiano ha un profumo speciale, intenso, non a caso conquistato nella terra degli agrumi, con una gara di anticipo.

In Sicilia basta vincere, dichiarò Bicciato alla vigilia, quasi a volersi togliere prima della fine del calendario un desiderio che bruciava, che iniziava a bollire. Dal 1986 il pilota altoatesino della Mitsubishi non ha mai smesso di correre, perchè la scelta di lasciare è responsabilità dell'anima del pilota, del sentire sottile, profondo, non del calcolo mentale di un principio anagrafico. La filosofia di Bicciato è semplice, intuitiva ed efficace, tanto da renderlo felice, oltre che straordinariamente vincente.

E poi a 50 anni si è ancora giovani…

«Sembrerebbe, diciamo che non si è ancora troppo vecchi. E poi quando non si vuole invecchiare ci si da tanto da fare».

In quasi 30 anni di carriera, come sono cambiate le emozioni?

«La differenza rispetto ai primi anni è tanta. A 30 anni si impazzisce sul cronometro e nulla risulta più importante della gara, mentre adesso si vive tutto con maggiore serenità».

Che è poi il segreto…

«Proprio così! L’esperienza produce calma e percezione lucida delle cose, il vero segreto è proprio questo, ma ci si arriva naturalmente, senza sforzi o ricerche interiori».

Eppure la media nel C.I.V.M. è altina…

«Sì, circa intorno alla mia età e questo è negativo, perché indica una difficoltà economica per il giovane ad avvicinarsi, visto che gli sponsor latitano sempre di più».

Quindi quale è il record di età tra i piloti delle cronoscalate?

«Pensi che l’anno scorso lo scudetto italiano in Gruppo N se lo è aggiudicato Lino Vardanega, che di anni ne ha 73».

Dal 1986 lei corre circa una dozzina di gare all’anno, spostandosi lungo tutto lo Stivale, isole comprese. Non è stanco?

«La stanchezza sopraggiungerebbe in pochi anni se il pilota rimanesse ancorato all’aspetto puramente agonistico. Se invece inizia, come per esempio ho fatto io, a vivere il paddock, le amicizie e tutto lo speciale contorno umano fatto di tanta comunione, non ti stanchi mai». (a.z.)













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Davide Pasquali

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