Calcio Alto Adige, Baumgartner: «Scelta dolorosa»

Il presidente: «Dopo l'esonero di Sebastiani basta alibi ai giocatori»


Francesco Bertagnolli


BOLZANO. «Serviva una scossa, ma è stata una scelta difficilissima». Walter Baumgartner descrive così le sensazioni del giorno dopo l'esonero di Sebastiani. Parole sincere, come testimoniavano i visi smarriti del presidente e dell'amministratore delegato Pfeifer nell'immediato dopopartita.
C'era fiducia prima della partita contro il Como, poi l'esito del campo ha lasciato l'amaro in bocca e destabilizzato un ambiente che, da un po' di tempo, era abituato a commentare esiti più che soddisfacenti.
«Siamo una società - prosegue il presidente - che ha una certa cultura, nella quale anche i rapporti umani hanno un peso specifico importante, soprattutto quelli con una persona che lavora con noi da quando questo sodalizio è stato fondato. Sebastiani era e rimane uno di noi, per questo credo e spero che il nostro rapporto non venga a mancare anche in futuro. E poi, chissà, un'altra possibilità potrebbe anche esserci».
Anche perchè i successi del presidente Baumgartner sono legati al Sebastiani allenatore.
«Motivo in più per sottolineare la sofferenza della scelta che è stata fatta. Però è innegabile che la situazione creatasi è molto difficile e che non potevamo assistere passivi a quello che sta accadendo. Serviva una scossa, speriamo di aver fatto la cosa giusta».
Pensa che l'allenatore sia l'unico colpevole della situazione attuale?
«Assolutamente no, non è mai così. Però è anche evidente che quello del tecnico è un ruolo che implica determinate responsabilità e alla fine di marzo è più facile cambiare allenatore che cambiare la squadra».
Cosa si aspetta da questo avvicendamento?
«Che la squadra torni a mostrare il volto dell'andata, quello che ci aveva permesso di arrivare sesti alla sosta di Natale e che nel 2011 non abbiamo ancora visto».
Presidente, però ci sono anche fattori tecnici evidenti. Cascone non c'è più, Alfredo Romano da novembre è un corpo avulso dalla squadra, in avanti gli uomini chiave sono calati molto. E a gennaio non è che la società ha fatto pazzie per rinforzare una squadra che più di un osservatore aveva giudicato a rischio».
«Non si può accettare che i giocatori non rendano più come prima ed inoltre la squadra è stata rinforzata a gennaio con tre acquisti. Non siamo stati proprio fermi, dunque».
C'è qualcosa di cui si è pentito di aver fatto in questi mesi e che cambierebbe ora?
«Siamo una società che prende delle decisioni collegiali e che si confronta. Ogni cosa che è stata fatta è stata fatta per il bene comune. Può darsi che abbia fatto qualcosa di sbagliato ma, perlomeno in questo momento, non saprei dirvi cosa».
Piazzi e Sebastiani non hanno mai avuto un grande rapporto. E' stato giusto continuare con questo binomio?
«Dopo un anno e mezzo di lavoro comune, fino a dicembre, questo binomio aveva portato ad una promozione e ad un sesto posto. E poi non è che Piazzi e Sebastiani abbiano sempre litigato, anzi. Non credo sia giusto andare a cercare motivazioni specifiche di questo tipo».
Cosa si aspetta dall'arrivo di Pellegrino?
«Innanzitutto una reazione della squadra. Il cambio d'allenatore toglie degli alibi che forse qualcuno si era costruito. E poi, naturalmente, spero si possa arrivare alla prima vittoria di questo anno solare».
Crede sia possibile evitare ancora i playout?
«Certamente».













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