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Campriani: «Tokyo? No, mi piace il ruolo al Cio»

PYEONGCHANG (Corea del Sud). «Il discorso Tokyo 2020 è chiuso»: Niccolò Campriani, tre volte campione olimpico nel tiro a segno, altoatesino d’adozione (vive ad Appiano insieme a Petra Zublasing, a...



PYEONGCHANG (Corea del Sud). «Il discorso Tokyo 2020 è chiuso»: Niccolò Campriani, tre volte campione olimpico nel tiro a segno, altoatesino d’adozione (vive ad Appiano insieme a Petra Zublasing, a sua volta medagliata nel tiro a segno) lo dice definitivamente e a chiare lettere in una veste insolita: da qualche mese, infatti, lavora al Cio (Comitato olimpico internazionale) a Losanna e in questa veste si trova a Pyeongchang per le Olimpiadi invernali. «Per quanto mi riguarda - ha detto ieri, ospite a Casa Italia - il discorso di Tokyo è chiuso e forse la notizia negativa per l’Italia è che mi sto veramente divertendo nel nuovo ruolo e dunque forse è arrivato il momento di fare altro e definire meglio cosa voglio fare da grande». La crescita dell’ex atleta di origine toscana, laurea in ingegneria manageriale negli States, lo ha portato fino a Losanna, nelle stanze del Cio. «Sono a queste Olimpiadi come uno dello staff e sono fortunato, è un privilegio poter assistere alle Olimpiadi dall’altra parte. Il mio ultimo colpo rimane quello della finale olimpica di Rio, la mia non è stata una transizione ma a tutti gli effetti un mezzo divorzio. Le mie emozioni, il mio rapporto con il tiro a segno è sempre stato estremamente forte ma la mia è stata una scelta drastica. Al momento ho bisogno di staccare e lo sto facendo, sto ritrovando adrenalina in ruoli extrasportivi e un giorno, al di là delle Olimpiadi, farò pace con il poligono. Ci tornerò da solo e proverò qualche colpo».















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