Castelrotto applaude il “suo” Peter Fill

In 500 in piazza per salutare la seconda Coppa di discesa: «Un’emozione incredibile, un trionfo che dedico alla famiglia»


di Marco Marangoni


CASTELROTTO. Dal trionfo alla consacrazione della sua comunità. Dal sogno per la conquista della prima Coppa alla sofferenza, liberazione e realizzazione personale quando ha alzato al cielo la seconda sfera di cristallo sempre in discesa libera, la specialità "Regina" dello sci alpino. Peter Fill il campione senza età, Peter Fill il campione che ha rotto la lunga egemonia austriaca, svizzera e norvegese. Che Castelrotto non sia conosciuta nel mondo solo per essere la patria dei Kastelruther Spatzen lo avevamo capito già da parecchi anni per merito degli allori mondiali di Denise Karbon. In una serata frizzantina con la luna a fare capolino sopra il massiccio dello Sciliar ancora imbiancato nella parte sommitale, sono arrivati in 500 sul sagrato della chiesa Santi Paolo e Pietro per festeggiare il loro campione arrivato a bordo di una fiammante Alfa Romeo 2600 Spider Touring guidata dal "cocchiere" d'eccezione Luis Braun. A bordo della vettura inizi anni '60 anche la moglie Manuela e i figli Leon e Noah. «Sono spesso fuori casa, quando torno è sempre un'emozione perché la mia famiglia è straordinaria e mi da tantissimo. Anche se dormo meno, dormo più sereno. Dopo il primo figlio ho iniziato ad andare forte, dopo il secondo ancora di più, chissà dopo il terzo...», ha affermato Peter aggiungendo una simpatica battuta. Ad attenderlo c'era l'intera comunità di Castelrotto e frazioni limitrofe. C'erano i ragazzi degli sci club locali, alcuni ancora con gli scarponi ai piedi perché arrivati direttamente dalle piste. C'era il fan club di Peter, amici, simpatizzanti e semplici turisti. C'erano, tra gli altri, il sindaco di Castelrotto, Andreas Colli, padrone di casa, il presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, e l'assessore provinciale allo sport Martha Stocker. Di spessore, come sempre, la rappresentanza dell'Arma dei Carabinieri, il corpo di appartenenza dell'appuntato scelto Peter Fill. C'erano il comandante del Centro Sportivo della Benemerita, il colonnello Gianni Massimo Cuneo, il responsabile della Sezione Sport Invernali di Selva Gardena, maresciallo capo Davide Carrara, ed il comandante della Compagnia di Ortisei, capitano Azzurra Ammirati. Carica di significato la stretta di mano con il maresciallo aiutante Armin Zöggeler, ovvero il "Cannibale" dello slittino, la leggenda dello sport italiano con sei medaglie olimpiche consecutive. Presente anche Dominik Fischnaller, anche lui carabiniere, quest'anno vincitore di due bronzi iridati (sprint ed individuale) e della preolimpica di Coppa del mondo a Pyeongchang. Dopo gli interventi di celebrazione, Peter ha voluto chiamare vicino a lui la sua famiglia intera, in particolare il padre Alois che lo scorso non era potuto essere presente ai festeggiamenti («lui mi ha sempre dato tanto sin da quando ero bambino»). «L'anno scorso dopo aver conquistato la Coppa ero molto impegnato in eventi extra sportivi post stagionali. Avevo detto alla moglie di portare pazienza perché era una cosa straordinaria che chissà se e quando accadrà più. Avevo promesso che quest'anno dopo la stagione sarei rimasto più in famiglia e invece... adesso ho vinto ancora la Coppa», ha detto il 34enne sciatore altoatesino. «In questa stagione non ho mai vinto una discesa ma è stata premiata la mia costanza. È una vittoria che voglio dedicare a tutti, alla mia famiglia, allo staff tecnico, allo skiman (Daniel Zonin) e agli sponsor».

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