Chiusura con Nibali Lo Squalo “porta” il Giro a Campiglio 

Ciclismo. Durante l’incontro con il due volte vincitore della Corsa Rosa l’anticipazione dell’arrivo rendenese dell’edizione 2020



Trento. Il Giro d’Italia è da 110 anni - la prima edizione risale al 1909 - l’avvenimento sportivo più iconico del nostro Paese. Al Festival dello Sport ne hanno parlato Vincenzo Nibali e il presidente di Rcs MediaGroup, Urbano Cairo. «Il Giro d’italia - ricorda Nibali - è un insieme di cose. Era il mio desiderio fin da bambino, poi è diventato un’emozione nel 2007 tanto da togliermi il sonno nei giorni precedenti il mio esordio e, successivamente, è diventato gloria, con le mie due vittorie». La passione dei tifosi è nel ricordo di Cairo: «Anch’io lo guardavo da bambino - ricorda il presidente Rcs - e mi riavvicinai al Giro qualche anno dopo grazie alle gesta di Pantani. Oggi ho l’onore di trascorrere qualche tappa a bordo dell’ammiraglia del direttore di gara e ogni volta mi impressiona la passione che questa corsa si porta dietro».

Il ricordo di Gimondi

Il Festival dello sport ha ricordato la figura di Felice Gimondi, fenomeno delle due ruote recentemente scomparso: «È stato uno dei grandi dello sport. A lui ho sempre ammirato una qualità, lo sprint che a me manca», ammette Nibali. Dopo Gimondi, gli uomini del Giro d’Italia hanno anche celebrato un altro campione scomparso, Marco Pantani. Il Giro d’Italia 2020, l’anticipazione è arrivata ieri, regalerà un arrivo a Madonna di Campiglio.

L’appuntamento dedicato alle due ruote ha chiuso il festival e sul palco per i saluti finali, oltre a Cairo, c’erano anche il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: «È stata un’edizione straordinaria e il mio ringraziamento va a quanti hanno lavorato per questo risultato, dalla Gazzetta dello Sport a Trentino marketing al personale della Provincia di Trento. Arrivederci al prossimo anno».

Nibali e il Giro d’Italia

Vincenzo Nibali ha conquistato due volte la maglia rosa, nel 2013 e nel 2016, firmando una tappa epica: l’arrivo alle Tre Cime di Lavaredo sotto una nevicata imprevista. Il Giro d’Italia incorona lo Squalo nel 2013, anno segnato dal passaggio alla nuova squadra, l’Astana. Il secondo arriva nel 2016, grazie al compagno Michele Scarponi, morto nel 2017: «Era in fuga per la vittoria ma rallentò fino a portarmi al traguardo».

Trentin e Moscon

Di Trentino si è parlato anche grazie alle gesta di due atleti di casa, Matteo Trentin (secondo classificato) e Gianni Moscon (quarto) ai recenti Mondiali di ciclismo. Grazie a loro, l’Italia è stata ad un passo dalla conquista di un titolo che manca da troppi anni. È il loro commissario tecnico, Davide Cassani, il testimone della delusione ma che comunque conferma il valore dei nostri ciclisti: «Dopo la gara sono entrato nel tendone dove c’era Trentin che batteva i denti per il freddo. Accanto a lui, la moglie piangeva. Matteo non è riuscito a dirmi nulla della sua corsa generosa e del suo argento. Voleva vincere. Tutti quanti abbiamo sperato di vincere e quell’urlo ci è rimasto in gola».















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