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Fill: «Questa coppa vale cinque Mondiali»

Passerella trionfale per Peter, Goggia, Moioli e Pellegrino. Roda (Fisi): «Ottime prospettive per i Giochi»


di Maurizio Di Giangiacomo


Peter Fill (vincitore della seconda coppa di discesa libera consecutiva), Sofia Goggia (13 podi stagionali in Coppa del mondo e unica medaglia azzurra ai Mondiali), Michela Moioli (medaglia di bronzo nello snowboard cross) e Federico Pellegrino (oro individuale e argento assieme a Dietmar Nöckler a Lahti): la Fisi li ha riuniti a Milano per tracciare un bilancio della stagione appena conclusa.

Superata la delusione dei Mondiali di St. Moritz con gli ultimi acuti, quello del presidente federale Flavio Roda è ovviamente un consuntivo brillante, che gli permette di guardare con ottimismo ai Giochi olimpici invernali del prossimo anno: «Io penso che le prospettive siano ottime – ha detto – Con una base del genere non avrei nessun dubbio. Sicuramente, i tecnici li abbiamo. Ma, aumentando la qualità dei nostri atleti, dobbiamo migliorare il livello degli assistenti. Non possiamo aspettare più di tanto. Tutti i quadri tecnici sono confermati, ma dobbiamo cercare di valorizzare e individualizzare il lavoro dei nostri atleti. Tutto questo senza trascurare il settore giovanile». «Non ho mai avuto dubbi io, ho sempre avuto fiducia negli atleti – ha aggiunto, riferendosi chiaramente al flop di St. Moritz – Hanno lavorato in funzione della Coppa del mondo, dei Mondiali e anche in prospettiva olimpica. Non sempre le cose vanno benissimo, bisogna accertarle, avere la forza di andare avanti e talvolta non ascoltare tanto le critiche. Bisogna credere in chi lavora, i tecnici e gli atleti. Quello che hanno fatto quest’anno è una cosa importantissima».

Gli ha fatto eco l’altoatesino Peter Fill, orgogliosamente “stufo” di sentir parlare delle delusioni della rassegna iridata svizzera. «La seconda Coppa di discesa è un’impresa straordinaria per me. È un successo che premia la stagione, la costanza. Per me una Coppa di disciplina vale cinque Mondiali – ha detto il carabiniere di Castelrotto – A Sankt Moritz, come squadra maschile di velocità ci abbiamo messo l’impegno ma non è bastato. Abbiamo scelto i numeri sbagliati e siamo rimasti senza medaglie. Ai Mondiali le cose possono girare male e può raccogliere anche chi non se lo merita – ha concluso Peter – Anche a Giochi di Pyeongchang sarà impossibile andare a medaglia senza un po’ di fortuna».

La medaglia alle Olimpiadi è anche il sogno di Sofia Goggia, che però intanto si gode un presente fatto di una medaglia di bronzo iridata e dal nuovo record stagionale di 13 podi di Coppa del mondo: nemmeno Deborah Compagnoni ne aveva messi assieme tanti, in una sola annata. Sofia però frena. «Non mi sento la nuova Compagnoni e i paragoni con lei non possono essere fatti. Siamo di due generazioni diverse, utilizziamo materiali diversi e facciamo allenamenti diversi, Tomba e la Compagnoni sono icone dello sci. Io ho conquistato 13 podi, lei 44. Quindi volete paragonarmi ad una del genere? Mi sembra un po’ esagerato».

Chi ha centrato in pieno l’obiettivo stagionale, la medaglia d’oro ai Mondiali di Lahti, è Federico Pellegrino. «Nonostante un inizio di stagione molto difficile, siamo riusciti a trovare le gambe – ha detto il valdostano – Sapevo che ormai il grosso lavoro era stato fatto quando sono arrivato al Mondiale. Gli skiman – e qui il riferimento è anche all’ex campione trentino Cristian Zorzi – hanno fatto un lavoro eccezionale. Quando sei lì, dici: “Se non mi sveglio oggi, devo aspettare altri due anni”. Le Olimpiadi? Sicuramente tutti questi risultati mi hanno dato sempre più fiducia, l’anno prossimo sarà in tecnica classica dove ho vinto di meno rispetto alla tecnica libera. Ma abbiamo lavorato in questi anni per migliorare. Io ci credo».

Twitter: @mauridigiangiac

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