«Ghiaccio in salute in quattro anni vinte 100 medaglie» 

Il presidente in carica Andrea Gios mette sul tavolo i grandi  successi di hockey, pattinaggio, short track e paralimpiadi


di Thomas Laconi


ASIAGO. Quattro anni dopo la corsa solitaria che lo portò in sella alla Federghiaccio italiana, Andrea Gios riparte per confermare il suo mandato. Il 12 maggio a Verona il 55enne asiaghese si troverà di fronte l’ex segretario generale della Fisg Alberto Berto, che ha deciso di riaprire idealmente un ciclo terminato, di fatto, con la fine dell’era Bolognini nel 2014. Gios è un tecnico che ama snocciolare i numeri, «ma alla fine - esordisce - quello che mi rende più orgoglioso è il fatto di avere creato le basi per un futuro roseo in tutte le discipline: a Pyeochang è partita la spedizione più numerosa di atleti azzurri (32, ndr) dall'edizione casalinga di Torino 2006». Gios guarda al futuro, sogna le Olimpiadi con le due Nazionali di hockey, maschile e femminile e magari anche lo Stock Sport, rivendica gli ultimi due anni consecutivi chiusi con un bilancio federale in attivo e sottolinea: «Il presidente IIHF, Renè Fasel, ha inviato a tutte le società una lettera evidenziando il buon lavoro fatto da me in questi quattro anni. Siamo orgogliosi, ma c’è ancora molto da fare».

Presidente Gios, si aspettava di ritrovarsi in pista contro colui che fino a 4 anni fa è stato l’ex segretario generale Fisg?

«Credo che il confronto sia sempre positivo, è un segnale che all’interno della Federazione c’è vivacità e voglia di migliorare. Quattro anni fa ero l’unico candidato, ora sono contento di avere un avversario con il quale misurarmi sui programmi».

Olimpiadi: avete portato a casa 4 medaglie nel settore ghiaccio ma in alcune discipline che tante gioie vi hanno regalato siamo a fine ciclo. Come si riparte ora?

«Carolina Kostner e Arianna Fontana sono alla fine del loro straordinario percorso. Abbiamo portato 22 atleti nelle prime 6 posizioni, significa che dietro c’è stato un lavoro importante che ha aumentato la nostra competitività. Nell’artistico abbiamo Matteo Rizzo, una promessa, e due coppie molto giovani sulle quali puntiamo, stesso discorso sullo short track, disciplina più vincente degli sport del ghiaccio a livello olimpico, per il quale lavoriamo per ricreare un ciclo vincente».

Parliamo del bilancio: quanto pesa la Federghiaccio all’interno del Coni?

«Il nostro lavoro è molto apprezzato, il bilancio federale nel 2016 e 2017 ha chiuso in attivo, lo scorso anno il finale è stato di 3.620.000 euro, con un +47% rispetto alle risorse impiegate nel 2013 per l’attività sportiva».

Dovesse convincere un delegato a votarla su quale aspetto di questi quattro anni di lavoro punterebbe maggiormente?

«In quattro anni tra Mondiali, Europei, Grand Prix ed eventi internazionali abbiamo portato a casa 100 medaglie, ripartite nelle diverse discipline. Un risultato straordinario. Pensiamo poi alle Paralimpiadi: il bronzo della Nazionale di hockey è stato meraviglioso».

Quanto conterà l’Alto Adige nel ballottaggio che porterà alla presidenza?

«L’Alto Adige è un territorio fondamentale per il nostro settore. Ho un pensiero che riguarda lo Stock Sport: siamo una potenza mondiale, abbiamo vinto 21 medaglie tra Mondiali e Europei, vorrei spingere per portare questa disciplina ai Giochi. Lavorerò anche per questo».

L’hockey è il suo primo amore: il 2018 è stato quasi un anno irripetibile?

«Stagione incredibile, il mio orgoglio più grande arriva dalla Nazionale donne che ad Asiago ha fatto un capolavoro. Quella maschile è tornata in Top Division, ora torniamo con i piedi per terra, l’agenda 2022 va avanti. Nell’hockey le commissioni fanno la differenza e da questo progetto, che nasce dall’IIHF, stiamo trovando prospettive per migliorare il settore».

La famosa unità d’intenti è ancora un tema attuale in questo sport?

«Ogni società deve puntare a migliorarsi, penso all’ipotesi Milano in AHL. Le grandi piazze servono come il pane, si deve crescere dalla base per uno sviluppo omogeneo del nostro hockey. I giovani devono avere una chance, altrimenti smettono. Vorrei vedere le due Nazionali ai Giochi: è il mio sogno più grande da presidente. E poi faccio una promessa..».

Quale?

«Vorrei delegare di più il lavoro all’interno dei diversi settori. È un mio traguardo personale per il quadriennio, è giusto giocare di squadra, perché alla fine i risultati si ottengono così».

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Altre notizie

Attualità