Grazie al grande Fetisov il Kenya scopre l’hockey 

Il ghiaccio nel cuore dell’Africa nera. Rob Ao Apiyo racconta la nascita del torneo internazionale “Madaraka Day Cup ” sulla Solar Ice Rink all’interno del Panari Hotel


MARCO MARANGONI


Nairobi (kenya). L’hockey su ghiaccio è sempre di più uno sport planetario. Basta andare a Nairobi, capitale del Kenya, poco sotto l’Equatore per capire questo concetto. Nel cuore dell’Africa nera, delle guerriglie tra tribù, nelle terre di elefanti, rinoceronti, bufali, ghepardi, leopardi e delle velocissime “gazzelle” dell’atletica leggera, ci sono gli Ice Lions dell’hockey. I leoni del ghiaccio “ci danno dentro”, si rifanno ai miti internazionali di questo sport e persino sognano un giorno le Olimpiadi. Certo, mai dire mai anche se il pensiero di rientrare nelle qualificazioni per i Giochi di Pechino 2022 lo hanno già cullato. «Non è possibile» si sono sentiti dire perché serve una federazione che venga poi riconosciuta, e quindi inserita come membro, dall’IIHF. Chissà, forse se ne riparlerà per le qualificazioni ai Giochi di Milano-Cortina del 2026 ma per il momento i “leoni” di Nairobi hanno rotto il ghiaccio. Lo hanno fatto allestendo la “Madaraka Day Cup”, torneo internazionale che ha coinvolto squadre composte da personale di ambasciate e organizzazioni non governative presenti in Kenya provenienti da Canada, Europa (sul ghiaccio anche l’ambasciatore finlandese Erik Lundberg) e Stati Uniti. Perché Madaraka Day Cup? È il nome della festa nazionale, ovvero della commemorazione dell’anniversario dell’indipendenza dal Regno Unito. La pietra miliare dell’hockey keniano è stata posta al Solar Ice Rink, struttura che si trova all’interno del Panari Hotel. A seguito delle ridotte dimensioni del campo i team erano composti da un portiere e tre giocatori di movimento.

La squadra del Kenya ha sorpreso tutti vincendo due delle tre partite della prima fase (13 a 6 agli Usa e 6 a 4 al Canada) per poi perdere la finale ai supplementari (10-9) contro gli statunitensi.

Il torneo inaugurale è stato seguito da centinaia curiosi e divertiti spettatori che si sono presentati sugli spalti in sandali e larghi abiti multicolor.

«Tutto è iniziato nel 2016 per puro divertimento ma adesso per noi è importante entrane nella IIHF. Stiamo creando la nostra federazione con l’obiettivo di far parte della grande famiglia internazionale dell’hockey, è il nostro desiderio – dice Rob Ao Opiyo, giocatore dei Lions e coinvolto nel comitato organizzatore –. Avevamo pianificato di avere 9 giocatori per squadra ma sfortunatamente alcune squadre, come il Team Europe, non avevano abbastanza giocatori e quindi alcuni keniani si sono offerti volontari per aiutare a bilanciarle almeno nei numeri. Gli Ice Lions stanno cercando i bambini per farli iniziare a pattinare e quindi giocare».

Tutto è partito da Fetisov

Merito di aver portato l’hockey in Kenya va anche alla leggenda Slava Fetisov. Nel corso delle sue iniziative sulla sensibilizzazione sugli effetti del cambiamento climatico, nel marzo scorso l’ex stella dell’Armata Rossa giocò a Nairobi nel corso di una partita dimostrativa.

Hockey in Africa

L’hockey nel grande continente africano è praticato in sei Paesi. Il Sud Africa dal 1961 partecipa quasi regolarmente ogni anno a una delle divisioni del Mondiale assoluto maschile (ci sono 766 tesserati). Esiste un regolare campionato nazionale, la South African Super League, alla quale partecipano Johannesburg Wildcats, Pretoria Capitals e Cape Town Kings. Nel settembre del 2009 si è svolta la prima edizione dell’“African Nations Cup” con la partecipazione di Sud Africa, Marocco e Algeria. Nel 2014 su invito della federazione del Marocco, Nazione che attualmente conta 225 giocatori, parteciparono alla Coppa africana anche gli egiziani dell’Anubis. Due anni dopo a Rabat scesero in campo sei team provenienti da Egitto, Marocco, Tunisia (l’hockey nacque ad Hammamet) ed Algeria. Gli attuali campioni africani per club sono i tunisini delle aquile di Cartagine.













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