HOCKEY»STASERA GARA-3 DELLA SEMIFINALE CON L’ASIAGO

BRUNICO. L’incubo del Bolzano prima, e del Val Pusteria poi, ha un nome e un cognome. Anzi, i nomi sono tre: Sean, Layne, Chris. E altrettanti i cognomi: Bentivoglio, Ulmer, DiDomenico. La Ben-Ul-Di...


di Michele Bolognini


BRUNICO. L’incubo del Bolzano prima, e del Val Pusteria poi, ha un nome e un cognome. Anzi, i nomi sono tre: Sean, Layne, Chris. E altrettanti i cognomi: Bentivoglio, Ulmer, DiDomenico. La Ben-Ul-Di è la linea che sta ammazzando il campionato, e dopo aver demolito i Foxes sta facendo lo stesso anche con i lupi.

La sfida di questa sera alla Leitner Solar Arena sa tanto di ultima spiaggia per un Val Pusteria sotto 0-2 nella serie al meglio delle sette partite, e soprattutto incapace di tenere a bada lo scatenato terzetto “made in Canada”.

Sean Bentivoglio (passaporto italiano, dal prossimo anno eleggibile per la nazionale) nelle 8 partite di play-off ha messo a segno 5 gol e 10 assist, Layne Ulmer è a quota 10 gol e 8 assist, Chris DiDomenico, anche lui di chiare origini italiane, ha realizzato 5 reti e distribuito 18 assist. Le statistiche dei tre in post-season parlano di 20 gol e 36 assist, ciò significa che oltre il 57% della produzione offensiva dell’Asiago dipende da loro.

«Sono un terzetto ben congeniato e ben equilibrato – commenta il coach dei giallorossi John Parco – Ulmer è il motore della linea, un centro che gioca, segna ma che svolge bene anche i compiti tattici. DiDomenico è l’elemento più creativo, mentre Bentivoglio sa usare bene il fisico e ha buone mani. Giocano insieme con ottimi risultati da inizio stagione, hanno creato una bella chimica, e stanno dimostrando anche ai play-off il loro valore».

Il problema è come fermarli: non c’è riuscito il Bolzano, non ci sta riuscendo neppure il Val Pusteria. Il rompicapo, sulla carta, avrebbe una soluzione abbastanza semplice: aggredirli, fare forechecking e pressione sul portatore di disco per non innescare la transizione. Ma se gli avversari pattinano il doppio di te, diventa tutto più complicato.

I lupi devono ripartire dalle reazioni mostrate sia in gara-1 che in gara-2, dove pur fallendo la rimonta sono riusciti a riaprire partite che sembravano già chiuse.

«Non si tratta di un calo fisico da parte nostra – spiega ancora Parco riferendosi ai due episodi – semplicemente è il Val Pusteria che ha grandi qualità e ci può mettere in difficoltà in ogni momento». Ed ecco il motivo per cui il coach asiaghese sceglie il basso profilo. «Siamo in vantaggio di due partite – prosegue – ma non abbiamo fatto ancora nulla: questa sera ci aspetta un’altra battaglia in uno stadio molto difficile come quello di Brunico».

Analizzando l’andamento dei vicentini in questi play-off, si scopre che la vecchia regola secondo cui “gli attacchi vincono le partite, ma le difese vincono i campionati” non è infallibile. 34 gol fatti in 8 partite significa una media di 4,25 reti a partita (11 solo nelle due sfide con il Val Pusteria), mentre la statistica dei gol subiti è di 2 e mezzo a partita. Per fare un confronto, l’anno scorso il Bolzano arrivò al titolo con 3,6 gol segnati e appena 1,3 gol subiti a partita. Due strade diverse per lo stesso obiettivo. «In realtà noi curiamo con grande attenzione la fase difensiva – ribatte Parco – ma abbiamo un gioco di stampo nord-americano, basato sull’aggressività e sul ritmo». L’Asiago, dunque, è squadra “moderna”: un micidiale mix di talento, fisico ed esperienza, arrivata in più ai play-off in splendide condizioni fisiche. Non si può dire altrettanto del Val Pusteria, che ora deve cercare in tutti i modi di dare una scossa alla serie. Coach Paul Adey, dopo aver rivoluzionato seconda e terza linea (Bona-Guitè-Erlacher, Pajic-Iannone-Crepaz), potrebbe rigettare nella mischia Pat Kavanagh per la mossa della disperazione. In casa Asiago l’unico dubbio da sciogliere riguarda la presenza di Paul Zanette.













Altre notizie

Attualità