TRENTO. Giù le mani dai ritiri estivi. O meglio, dalle strategie di marketing territoriale della Provincia Autonoma di Trento. “Punzecchiato” sul fronte delle spese sostenute da Trentino Turismo per assicurarsi Bayern, Inter, Napoli, Fiorentina e chi più ne ha più ne metta, l’assessore Tiziano Mellarini reagisce da par suo. E respinge la tesi – che poi è quella di queste pagine – secondo la quale in Alto Adige l’ente pubblico spenda meno per i ritiri senza che il settore turistico ne risenta.

«La differenza, a ben guardare, sta tutta nel Bayern – spiega Mellarini – per il resto, l’Alto Adige ha i suoi ritiri come li abbiamo noi. La squadra tedesca, pluricampione e ora guidata da un tecnico notissimo, è stata un colpaccio. L’impatto dei turisti germanici è talmente forte che ne beneficia l’intera area del Garda, anche le province di Brescia e Verona».

Già, ma i costi? Li sostiene tutti la Provincia? Anche in questo periodo di vacche magre, anzi, magrissime?

Quando si parla di ritiri, bisogna saper distinguere: un conto sono i costi del ritiro in sé, sostenuti dalle località; altra cosa è l’operazione di marketing, tutti i servizi che le diverse società sportive ci offrono, i cui costi sono sostenuti da Trentino Turismo.

Vada per Bayern, Inter e Napoli, ma trova giusto che la Provincia investa anche su nomi meno altisonanti?

Ripeto, i costi sono suddivisi tra Trentino Turismo, Apt, Comuni, operatori turistici, società degli impianti di risalita. Eppoi, invece di continuare ad accusarci di spendere troppi soldi, andate a vedere quali servizi ci vengono forniti da queste società. Chiedete al direttore dell’Apt della Val di Fassa, Andrea Weiss, cosa vale il ritiro della Fiorentina, che si fermerà tre settimane a Moena. Andate a vedere quali servizi ci garantisce il Bologna, che sarà in ritiro ad Andalo. Chiedete a Ravelli quanti tifosi napoletani arriveranno in Val di Sole grazie a Benitez. E, sempre riguardo alle nostre strategie di marketing territoriale, provate a chiedervi cosa sarebbe stato il mese di giugno senza le grandi manifestazioni ciclistiche organizzate in Trentino, o lo stesso mese di luglio senza il Bayern. L’Alto Adige fa altrettanto? Può vantare la nostra stessa visibilità, sul mercato della vacanza attiva? Tanto per rimanere nella zona del Garda Trentino, ci sono albergatori che si sono ormai specializzati nel turismo della bicicletta e operano da febbraio ad ottobre.

Sempre in considerazione della delicata congiuntura economica, ritiene che nella prossima legislatura questa strategia possa essere riveduta, oppure vi presenterete alle elezioni provinciali determinati a portarla avanti?

Quello che si chiude con questa legislatura è stato un passaggio necessario per affermare il brand del Trentino quale territorio appunto vocato alla vacanza attiva, che è ormai un nostro elemento identitario. Siamo appunto a fine legislatura, in quella nuova valuteremo eventualmente come operare.

Vuole cogliere quest’occasione per replicare al presidente di Trentino Volley, Diego Mosna, che ha detto che la Provincia dà i soldi al Bayern e lui è costretto ad elemosinare?

Lo ha già fatto il direttore di Trentino Turismo, Paolo Manfrini, io aggiungo solo che abbiamo sempre fatto il nostro dovere e lo faremo anche l’anno prossimo.

@mauridigiangiac

©RIPRODUZIONE RISERVATA