Pallacanestro

Il bolzanino Lever bussa alle porte del basket che conta

Ancora minorenne ha già esordito in Serie A con Reggio Emilia e sta giocando gli Europei Under 18 in Turchia


di Gabriel Marciano


BOLZANO. A Samsun in Turchia si stanno disputando i campionati europei FIBA U18 e Alessandro Lever, ala/centro di 205 cm non ancora maggiorenne della Pallacanestro Reggiana, nato e cresciuto a Bolzano sia anagraficamente che cestisticamente, è tra i dodici convocati della Nazionale italiana di coach Andrea Capobianco, nella serata di ieri impegnata nella semifinale con la Francia. Direttamente da Samsun, Alessandro si è reso disponibile a raccontarci come è arrivato fin lì.

Alessandro, da quanto tempo giochi a basket?

«Da dodici anni, ho iniziato con mia mamma Annalisa e con Paola Mazzali, entrambe giocatrici del Basket Club Bolzano. Vivo da sempre in palestra, avendo una madre cestista e un padre allenatore, che mi ha cresciuto sia individualmente, che nei primi anni delle giovanili ai Piani, allenando la squadra in cui giocavo».

Da quanto tempo giochi nella Pallacanestro Reggiana e com'è avvenuto il trasferimento dai Piani?

«Questo è il mio terzo anno a Reggio. Nel periodo prima del trasferimento c’erano diverse squadre che mi seguivano, come Torino, Biella e la Stella Azzurra di Roma, ma ben consigliato ho iniziato la mia avventura con la Grissin Bon».

E come ti trovi a vivere in una nuova realtà come quella emiliana, lontano dalla tua famiglia?

«Mi trovo molto bene e mi sono ambientato fin da subito, perché a Reggio sono molto ospitali. Vivo con altri sette ragazzi nella foresteria della società, dove veniamo viziati da una cuoca che viene a prepararci il pranzo e da una signora che ci fa le pulizie e ci prepara la cena. Ciò che mi manca di Bolzano sono le montagne, perché qui trovo soltanto pianura e tanta nebbia, ma a quello ci si abitua (ride, ndr). Per quanto riguarda i miei genitori, riesco a vederli circa una volta al mese, ma il fatto che qui io mi trovi davvero a mio agio quasi annulla la mancanza».

Con la Reggiana giochi principalmente nel campionato Under 20 Eccellenza, ma hai già esordito in Serie A, che emozioni hai provato nello scendere in campo nella massima serie?

«Sì, gioco regolarmente con la formazione Under 20 e fino all’anno scorso anche con l’Under 18 (squadra di cui era capitano, ndr). In prima squadra, invece, ho esordito la scorsa stagione contro Avellino e a dire il vero sono stato in campo soltanto per 3 e secondi, ma nel salire sul parquet in mezzo ai campioni che qualche anno fa potevo vedere soltanto alla televisione, ho provato un’emozione immensa».

In Nazionale invece quando hai esordito?

«Tolti i raduni a cui avevo preso parte negli anni precedenti, ho vestito la maglia azzurra per la prima volta quando ho partecipato due anni fa ai campionati europei Under 16 in Lettonia, in cui siamo riusciti ad ottenere il quinto posto».

Che cosa ti ha sorpreso di più da quando giochi a questi livelli, con la Nazionale e con la Reggiana?

«Sicuramente la concentrazione che devi mettere in ogni cosa che fai, l’attenzione ai dettagli e l’uso che i giocatori fanno del fisico, sia come vantaggio da sfruttare sia come attenzione all’infortunio. Riccardo Cervi (l’attuale centro titolare della prima squadra di Reggio Emilia, alto 216 cm per 115 kg, ndr) ad esempio è molto grosso e quindi per marcarlo devi usare tutta la forza fisica che hai nel corpo».

Chi è il giocatore più forte contro cui tu abbia mai giocato e chi quello a cui ti ispiri?

«Uno dei più forti che abbia mai visto è Rimas Kaukenas, anche se non era contro di me ma in squadra con me e forse non ho potuto vederlo giocare all'apice della sua carriera. Quello a cui mi ispiro è Georgios Printezis, il mio giocatore preferito, un'ala grande che ha molteplici soluzioni offensive, sia in post basso con i suoi celebri semiganci, che lontano da canestro, con il suo ottimo tiro da 3».

Per il futuro hai degli obiettivi?

«Sinceramente non ne ho, per ora mi concentro solo su quello che devo fare per migliorarmi e per dare il mio contributo in campo, poi si vedrà».

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