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Insam attende la chiamata dalla Finlandia

L’attaccante gardenese del Bolzano è fiducioso dopo il provino sostenuto nei giorni scorsi con l’Assät



BOLZANO. In casa Insam la parola d’ordine in questi giorni è riposare e ricaricare le pile. Papà Adolf, di giorno, si concede qualche ora di relax, in vista delle lunghi notti al fianco di Pietro Nicolodi, con il quale sta commentando su Fox Sport la meravigliosa finale della Stanley Cup tra Pittsburgh e Nashville (per la cronaca sul 2-2). Marco, per parte sua, si sta godendo le meritate vacanze dopo una stagione lunghissima, prolungatasi quasi inaspettatamente dopo il Mondiale di Colonia. Da lì, l'attaccante della Nazionale ha semplicemente richiuso la valigia, dirigendosi in Finlandia per un provino di due settimane con l’Assät, compagine che ha deciso di testare l’ala del Bolzano.

«Una grande occasione per me – sorride Insam – provare a strappare un contratto in una delle leghe più importanti al mondo non è cosa da tutti giorni». La risposta della società della Liiga, nella quale milita anche un altro volto dell'hockey italiano, il portiere caldarese Andreas Bernard, arriverà a breve. Magari per definire i dettagli del nuovo contratto, oppure per un provino ad agosto, o magari anche un nulla di fatto e un arrivederci alla prossima occasione. Certi treni, si sa, passano una volta sola e quando arrivano bisogna sempre farsi trovare pronti. Non ha faticato Marco Insam a capire che a 28 anni, compiuti il 5 giugno, una chance come questa andava sfruttata fino in fondo. «L’occasione di questo provino si è concretizzata alla vigilia dell’ultima sfida dei Mondiali contro la Danimarca. Jakko Rosendhal, uno degli assistenti della Nazionale e allenatore dei portieri dell’Assät, mi ha chiesto se non volessi provare una nuova esperienza in Finlandia, lavorando con il gruppo per due settimane. Non ci ho pensato un secondo e ho subito detto sì».

Insam è entusiasta della sua esperienza e non lo nasconde. «È stata dura all’inizio, in un ambiente nuovo, ma tutti i ragazzi mi hanno accolto benissimo. Nell’ambiente si parla perfettamente l’inglese, ma il verbo comune è lavorare. Le giornate iniziavano presto, già alle 8:30, allenamento a secco, preparazione atletica e avanti così anche nel pomeriggio. Giornate molto intense, dove il lavoro non è mancato mai, ma dove ho potuto scoprire una nuova cultura del lavoro. Qui tutta la squadra, vecchi e nuovo arrivati, si ritrovano un mese e mezzo tutti insieme per preparare la nuova stagione. È il modo migliore per fare gruppo e creare subito la giusta chimica in spogliatoio. Nonostante le novanta e passa partite alle spalle ho lavorato bene e alla fine lo staff della squadra si è detto molto soddisfatto del mio impegno. Attendo impaziente una risposta e spero davvero di strappare un contratto, ma se non dovesse andare bene, sarò ben contento di restare a Bolzano, dove i tifosi mi hanno riempito di messaggi di in bocca al lupo».(laco)

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