Hockey

Italia, che carattere, ma contro i russi è costretta a cedere

Soddisfacente la prima uscita stagionale del Blue Team che per tutta la prima parte della gara ha saputo tener testa


di Thomas Laconi


GARMISCH. Niente sorpresa, nonostante un gran carattere. L'Italia cede ai maestri russi del Metallurg Magnitogorsk. A Garmisch finisce 2-0 per la compagine KHL, al termine di una prestazione dove il Blue Team ha sfornato un'ottima prima frazione, calando un po' dal secondo periodo in avanti. Per coach Mair prime, sommarie, indicazioni, in vista degli altri due test, a Cortina e Bressanone, sempre contro squadre KHL. Buona prova di tutto il collettivo, con nota di merito per il goalie Cloutier, che ha salvato spesso la sua gabbia, soprattutto nella frazione di mezzo. L'Italia ricomincia la sua avventura contro una corazzata, quel Magnitogorsk, già sconfitto lo scorso anno 4-2 nel test-match di Cortina. Mair in attesa di altri arrivi nel ritiro di Alleghe (oggi è previsto l'arrivo di Diego e Simon Kostner) riparte con pochi terzini di movimento (solo sei), con il primo blocco composto da Trivellato e Oberdorfer. In attacco marca visita il febbricitante Marco Insam, in prima linea giostrano Anton Bernard-DiCasmirro-Gander, a seguire nelle rotazioni ci sono Morini-Frank-Frigo (ottima la prova di questo terzetto) Traversa-Marchetti-Pavlu e il quarto ed inedito tridente formato da Barnabò, Deluca e Monferone.

Pronti via e il copione tra i “giganti” russi e la giovane Italia è prevedibile e ricalca, in qualche maniera, quanto accaduto un'estate fa. Italia vivace e molto attenta, Magnitogorsk imballato e poco reattivo, causa i durissimi carichi di lavoro di questo periodo. La differenza tecnica è evidente, ma il Blue Team non molla e segue alla lettera i dettami di coach Mair. Attenzione maniacale in zona neutra, pattinaggio e, nei limiti del possibile, intensità. Il primo tempo non è godibile, le stelle della Khl stentano, mostrano qualche gioco di prestigio individuale e sfruttano solo i tiri dalla blu per tentare di impensierire l'ottimo Cloutier. Gli azzurri si coprono e giocano sulle ripartenze, mettendo in apprensione talvolta il goalie russo Samsonov, con le conclusioni di Bernard, Gander e Frank. L'Italia piace, come sempre, per lo spirito, gioca bene anche in penalty killing, sbuffa talvolta contro i marziani russi, ma ha la chance migliore della prima frazione: Magnitogorsk troppo sbilanciato e contropiede gestito da Traversa e Frigo che non va a buon fine. L'Italia è viva e fa un figurone nei primi 20 minuti di Garmisch (in tribuna 300 spettatori, con buona rappresentanza russa).

Nella frazione di mezzo, il copione, gradualmente, inizia a cambiare. L'Italia parte bene e rimane compatta, ma subisce la pressione russa. Inizia un momento del match dove l'Italia, come un pugile un po' frastornato, deve rifugiarsi in angolo e parare i colpi. Il Magnitogorsk rompe il ghiaccio dopo 7 minuti. Errore nel cambio per il Blue Team, contropiede micidiale russo gestito da Filippi, il quale trova il rimorchio sontuoso di Timkin, la cui conclusione finisce alle spalle di Cloutier. Tutto di prima, tutto molto bello. L'Italia accusa il colpo e per alcuni minuti fatica ad uscire dalla propria zona, costringendo coach Mair a chiamare time-out. Nel terzo drittel gli azzurri, con l'uomo in meno (Miglioranzi è out), incassano anche il 2-0. Il Magnitogorsk piazza le tende davanti a Cloutier e sullo scadere di powerplay ci pensa capitan Byriukov con un missile a firmare il raddoppio. L'Italia non molla mai, continua la sua partita diligente, ma non trova mai grandi spiragli davanti alla porta avversaria.

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