«L’Alto Adige sarà il primo» 

Mountain bike. Il fondatore della Hero e della Hero World Series protagonista della conferenza digitale “Tempo di Rinascita” con il vicedirettore della Gazzetta dello Sport Bergonzi, al direttore operations del Parma Perrone e all’amministratore delegato di Cortina 2021 Giacobbi 



Bolzano. «La provincia si muove per prima, grazie a misure restrittive più severe. Intanto promuoviamo il territorio»: Gerhard Vanzi, fondatore di Hero e Hero World Series, racconta il modello altoatesino. Il manager è stato tra i protagonisti della quinta conferenza digitale organizzata da Doc-Com, dedicata alla gestione del dopo emergenza in ambito sportivo. Intervistati dal giornalista Luca Castaldini, sono intervenuti Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, esperto del Giro d’Italia, Alberto Gnoli, manager e socio consigliere dell’Eroica, Stefano Perrone, direttore operations del Parma Calcio e consulente della Lega A per le norme sugli stadi, Valerio Giacobbi amministratore delegato della Fondazione Cortina 2021, Mondiali Cortina 2021 e appunto Gerhard Vanzi, fondatore di Hero e Hero World Series.

Il settore sportivo sta affrontando la sua ora più difficile. La gestione dei grandi eventi, che mobilitano più investimenti anche a livello turistico, impone scelte cruciali nella fase del post emergenza: come ripartire e quando? Il quinto appuntamento di “Tempo di Rinascita”, il palinsesto di conferenze digitali ideato dall’agenzia di comunicazione Doc-Com, ha puntato i riflettori sul tema. Luca Castaldini, giornalista di SportWeek, ha interrogato manager, giornalisti, personalità del mondo dello sport e del marketing territoriale.

L’esempio dell’Alto Adige

L’Alto Adige sta seguendo una propria via virtuosa nella ricerca di una nuova normalità. «Siamo stati i primi a chiudere, in Italia, e i primi ad uscire dal lockdown – spiega Gerhard Vanzi, fondatore di Hero, la gara di mountain bike più dura del mondo, e Hero World Series – Certo, abbiamo adottato misure restrittive più severe, che giustificano una ripartenza anticipata. Ad esempio, rispettiamo due metri di distanziamento, con tutto ciò che comporta. Guardiamo al modello austriaco-tedesco come fonte di ispirazione. La Germania è potuta entrare in lockdown più tardi e ha superato l’emergenza sanitaria brillantemente, l’Austria ha adottato misure meno restrittive e rinuncerà all’obbligo delle mascherine a metà giugno. Il tempismo è tutto». Intanto si lavora per la prossima edizione, targata 2021. «Ripartiremo a ottobre in Thailandia, poi a febbraio avremo la tappa di Dubai, fino al gran finale sulle Dolomiti, a giugno 2021. Nel frattempo proponiamo agli appassionati di venire a provare i percorsi intorno al Sella e al Sassolungo. È un evento emozionale, che raggiunge il cuore delle persone, gli atleti e gli spettatori: questo spirito “eroico” va nutrito costantemente creando engagement».

Bergonzi, il Giro e il Tour

Pier Bergonzi, direttore di SportWeek e vicedirettore della Gazzetta dello Sport, è un profondo conoscitore del Giro d’Italia. Il giornalista ha tracciato un parallelo con la gara cugina, il Tour de France. «Paradossalmente, la Francia è stato l’unico grande paese a fermare il campionato di calcio, ma sarà il primo a far ripartire i grandi giri ciclistici. Ecco le indicazioni che abbiamo: si gareggia a porte chiuse. La sensazione che aleggia è un cauto ottimismo: tra due o tre settimane si potrebbe tornare a progettare eventi ciclistici a porte aperte. Noi siamo pronti, perché esordiremo con le Strade Bianche, gara organizzata dal nostro giornale. Non ci sarà la consueta carovana pubblicitari, eviteremo assembramenti alla partenza, la cerimonia di premiazione sarà molto ridotta. Ma mancano ancora due mesi, tutto può cambiare. Aspettiamo il confronto con l’Uci per ripartire».

Stefano Perrone, direttore operations Parma Calcio, propone di approfittare di questa fase per creare sinergie con il territorio. «Il calcio deve ragionare come un sistema, lavorando anche a stretto contatto con le realtà locali. In questo periodo di arresto obbligatorio è stato fatto, a esempio con donazioni e iniziative». Quanto allo sport a porte chiuse, è una magra consolazione. «L’assenza di pubblico limita molto lo spettacolo. È come vedere un film senza colonna sonora. La tecnologia può aiutare in questa fase, ma non potrà mai sostituire l’aspetto umano». Nel frattempo qualcosa si muove. «Ora siamo pronti a ripartire grazie al protocollo nato dall’intesa tra Lega Calcio, Figc e governo. Potranno esserci allentamenti delle restrizioni, se la situazione lo permetterà e se sarà possibile farlo in sicurezza per tutti. Questa situazione potrebbe servire da spinta per ripensare gli stadi in Italia, ma servirebbe meno burocrazia perché dal progetto alla prima pietra in media passano almeno cinque anni».

Cortina, fiato sospeso

Nel frattempo Cortina tiene il fiato sospeso. «A inizio luglio sapremo se i Mondiali si disputeranno nel 2021 o nel 2022», dice Valerio Giacobbi, amministratore delegato della Fondazione Cortina 2021, Mondiali Cortina 2021. «Come comitato organizzatore ci stiamo attrezzando per entrambe le date. Stiamo valutando però quale rilevanza potrà avere un Mondiale a porte chiuse, con forti limitazioni per partner, sponsor, villaggio sportivo. Un evento come i Mondiali di sci a Cortina è troppo importante. Accade raramente, e si traduce in importanti investimenti per il territorio, è un forte volano per l’economia, un’occasione da non sprecare». Nel frattempo, il contatto con il pubblico segue altre vie, quelle della tecnologia. Stiamo raccontando ciò che avviene dietro le quinte e creando interesse intorno all’evento. Ad esempio, con Fis e Fisi abbiamo lanciato un gioco online, “The Official Alpine Racing Game di Fis”, ambientato sulle nostre piste, per coinvolgere gli appassionati. E stiamo pensando alla creazione di un villaggio virtuale dove si incontreranno sponsor, fan e atleti».













Altre notizie

Attualità