L’Imperdibile stavolta fa fede al suo nome 

Colori rossostellati sugli scudi. Il tre anni riscatta l’ultima opaca prestazione  Con i successi di Amaranthus e Dundee Lodge, Troger festeggia un magnifico tris


Claudio Mantovan


Merano. Se ci sei batti un colpo, narra un antico adagio, e Christian Troger, l’eclettico e simpaticissimo proprietario di Lana, per non sbagliarsi ne ha battuti tre, due in siepi ed uno in cross. Colori rossostellati in orbita dunque, nella giornata che precede il classico weekend del Gran Premio Merano. «Se il buongiorno si vede dal mattino – affermava in estasi Troger- comincio a pensare che dall’alto guardino con benevolenza alle fortune delle stelle bianche sul rosso».

L’avventura vincente è cominciata con Amaranthus. Da tempo nei quartieri alti del cross, Amaranthus si è dimostrato uno specialista di come si deve correre nei percorsi di campagna. Trattenuto da Raffaele Romano con mano maestra in centro gruppo, il sei anni è scattato di prepotenza a metà corsa per raggranellare il vantaggio necessario a Burrows Lane generoso nel tentare l’aggancio ma tenuto a bada con autorevolezza e sufficienza dal vincitore.

La favola è continuata con Dundee Lodge e Sae Cortesapertas per un en plein nella prima delle due siepi. E qui la soddisfazione è stata doppia perché si è trattato di un primo e secondo di scuderia che non sono cose di tutti i giorni. Alanui, favorito della corsa si è incaricato dell’andatura ma giunto a metà della retta opposta infastidito da alcuni salti non troppo ortodossi ha visto il rosso stellato bianco di Sae sorvolarlo dall’alto do una doppia freschezza. Dundee Lodge ha atteso l’ultima curva e la retta d’arrivo per sferrare la zampata vincente e negli ultimi cento metri sorretto da un tempista perfetto come Gabriele Agus è venuto a prendere la meglio sul compagno e su Banjo’s Voice. La torta l’ha completata L’Imperdibile nella siepi riservata ai tre anni. Cancellata l’ultima brutta esibizione con un percorso a tutta birra dal primo all’ultimo metro con gli avversari incapaci di avvicinarlo. Anzi, a dimostrazione che la qualità non è acqua in dirittura se n’è andato in piena spinta come aveva cominciato.

In piano.

Questi gli ostacoli. Il piano si è aperto con il successo di Antonio Ferramosca in sella a Polstock. Troppo evidente la superiorità del pupillo allenato dal papà per aver paura di perdere. Giallo sui milleseicento del premio Borgatello. Aveva vinto Sillaro ma il pronto stridio della sirena dei Commissari ne ha invalidato il successo a favore di Pacific Salt. Dura lex sed lex per De Paola in sella a Sillaro, autore di una deviazione negli ultimi duecento complice soprattutto qualche colpo di frusta in più a destra. In chiusura di giornata Paolo Urru, eccolo di nuovo, trionfatore in sella a Having Fun dopo che Peruke e Mission gli hanno offerto il successo dopo una tattica forse decisa a tavolino ma decisamente incomprensibile e suicida in un durissimo testa a testa.

A mercoledì.

E adesso il Merano. Mercoledì la dichiarazione dei partenti con l’ombra di Le Costaud che staziona minacciosa sulla corsa dei milioni.













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