L’ottavo Australian di Djokovic 

Vittoria sofferta agli Open. Maratona di quattro ore contro l’austriaco Dominik Thiem per il serbo che oggi tornerà ad essere il numero 1 al mondo spodestando Nadal. Per Novak si tratta del 17° Slam. È il primo tennista uomo a vincere uno Slam in tre differenti decadi nell’era Open



Roma. Prima ha rischiato di perderlo, poi l'ha vinto per l'ottava volta in carriera. Un Novak Djokovic dalle mille vite ha conquistato gli Australian Open superando al termine di una maratona lunga quattro ore l'austriaco Dominik Thiem in cinque set col punteggio di 6-4 4-6 2-6 6-3 6-4. Per il serbo, che oggi tornerà numero 1 del mondo spodestando Rafa Nadal, si tratta dell'8/a affermazione a Melbourne, dove non ha mai perso in finale, e del 17mo Slam, che lo avvicina a Roger Federer (20 Major) e Rafa Nadal (19). Curiosità: il serbo diventa anche il primo tennista uomo a vincere uno Slam in tre differenti decadi nell'era Open.

Niente da fare invece per Dominic Thiem che pure si è aggiudicato quattro delle ultime cinque sfide col serbo: dopo le due consecutive finali perse al Roland Garros, vede sfumare anche la terza finale Slam della carriera. Per vedere il primo Major vinto da un giocatore nato negli anni '90 si dovrà attendere ancora, almeno fino a Parigi, 'Fab 3' permettendo. Il 26enne di Wiener Neustadt non si può dire che non ci abbia provato e anzi ad un certo punto ha anche dato l'impressione di potercela fare: avanti due set a uno con le sue bordate di dritto da fondo campo, sembrava lì lì per fare alzare bandiera bianca a Djokovic che nelle precedenti sette finali disputate a Melbourne non si era mai trovato a dover rimontare e per di più con una condizione fisica che cominciava a far preoccupare, visto anche l'ingresso in campo del fisioterapista. Ma quando sembrava sull'orlo del baratro, Djokovic è risorto e con un break nell’8° game ha vinto il 4° set, trascinando l'avversario, che ha accusato il colpo, al quinto. D’un tratto, come spesso accade nel tennis, il vento è cambiato, Djokovic si è sciolto, tornando a muoversi meglio, mentre Thiem ha cominciato a sentire tutto il peso del momento.

Così, per la terza volta di fila una finale Slam va al quinto set. Dove i due arrivano però con una condizione psicofisica diversa: il serbo amministra le energie, non alza il ritmo e con il back cerca spesso il rovescio di Thiem che via via perde sicurezza e inanella tanti falli gratuiti anche col suo colpo migliore. Normale quindi che a inizio del 5/o set perda il servizio, senza poi approfittare subito dopo dell'unico controbreak offertogli dall'avversario. Finisce in gloria per il serbo che conquista così il suo 17mo Slam, il 13° di fila vinto da uno dei Fab 3. Poi è il tempo degli applausi ma anche della commozione, non solo per la vittoria, quanto per l'amico Kobe Bryant che non c'è più: lo fa indossando la felpa con le iniziali dell'ex campione Nba e i numeri 8 e 24. «Il 2020 è iniziato male - le sue parole ricevendo la coppa - Incendi, guerre, morti ogni giorno. E poi anche il mio amico Kobe Bryant, una persona a cui ero molto legato, che ci ha lasciati tragicamente. Spero che questo ci serva da avvertimento per stare uniti, con la famiglia e con la gente che amiamo. Noi sportivi giochiamo, ma ci sono cose più importanti intorno». ANSA















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