La Nazionale fa discutere ma soltanto per la maglia 

Calcio. L’annuncio della divisa verde degli Azzurri nella partita di sabato a Roma con la Grecia ha scatenato polemiche all’inizio del ritiro preparatorio delle due sfide decisive per Euro 2020



Firenze. «Sono vecchio e non posso essere d’accordo». Ci scherza su Dino Zoff, capitano della Nazionale campione del mondo nel 1982, sesto nella classifica delle presenze in maglia azzurra (112). Proprio quell’azzurro a cui, secondo Zoff (e non solo lui, secondo quasi tutti...) la Nazionale non può e non deve rinunciare. È questo il tema caldo da ieri, dall’inizio del ritiro della Nazionale in vista dei due incontri di qualificazione agli Europei: il tema della maglia verde che gli azzurri, contraddizione in termini, dovrebbero indossare sabato, all’Olimpico di Roma, nella sfida contro la Grecia. «Gli azzurri sono azzurri, al massimo bianchi come la seconda maglia, quella ci sta sempre - spiega Zoff all’agenzia Italpress -, ma mai verdi». E invece così saranno nel match di sabato, una partita che potrebbe dare la matematica certezza della qualificazione dell’Italia agli Europei del 2020. Un risultato importante per la “giovine Italia” di Roberto Mancini, ct che non ha avuto problemi a puntare sui talenti che ha espresso il nostro calcio senza guardare la carta d’identità. Così lo sponsor tecnico della nostra Nazionale, ha deciso di creare «un kit verde che si ispira al periodo rinascimentale e celebra i tanti giovani talenti che stanno diventando sempre più protagonisti dei successi degli Azzurri», scrive l’azienda di scarpe e abbigliamento sportivo, nel comunicato stampa ufficiale. «Una giustificazione che mi sembra un palliativo, sono contento che ci siano tanti giovani in Nazionale ma le altre cose sono tutte menate... Dico solo che una Nazionale deve mantenere le proprie tradizioni, senza tirar fuori scuse come il rilancio dei giovani», dice, senza giri di parole, Zoff.

La scelta del verde non piace. E poco importa che la Nazionale giocò in verde e vinse 2-0 contro l’Argentina nel 1954 allo Stadio Olimpico di Roma. «Rappresento gli Azzurri d'Italia e come tale sulla maglia verde della Nazionale di calcio non posso che dirmi perplesso. È una cosa difficile da digerire»: non usa giri di parole Stefano Mei, campione d'Europa dei 10.000 nel 1986 e presidente della Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d'Italia. «Capisco le leggi del marketing, e a livello di club ci sta tutto, anche se ci sono squadre che hanno stravolto le loro maglie - aggiunge Mei -. Ma quando si parla di squadre nazionali il discorso cambia. Il simbolo dello sport della nostra patria è la maglia azzurra, c'è poco da fare...».

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