Lorenzetti: Champions League in salita, ma l’Itas vuole starci 

Parla l’allenatore gialloblù. Nel primo turno preliminare riflettori sui serbi del Novi Sad e sulla formula ancora da definire. «Molto più complessa appare la fase a gironi, troveremmo sul nostro cammino le squadre più titolate»


Paolo Trentini


Trento. Una seconda fase di Champions League durissima e la curiosità per quanto riguarda organizzazione e luoghi di gioco. I sorteggi della massima competizione continentale pallavolistica hanno riservato alla Trentino Itas (questo il nome ufficiale per la manifestazione) nella Pool F del primo turno preliminare i britannici del Polonia London e i serbi del Novi Sad, un girone a tre che si svolgerà tra fine settembre e inizio ottobre. La vincente andrà a comporre un ulteriore girone sempre a tre squadre composto anche dalle vincenti della Pool D ed E. Se Trento vincesse entrambi i gironi accederebbe alla Main Phase del torneo e andrebbe a completare il Gruppo E del quale fanno già parte Novosibirsk (Russia), Friedrichshafen (Germania) e Karlovarsko (Rep. Ceca).

Primo girone alla portata

Un raggruppamento impegnativo, ma per arrivarci bisogna iniziare dal primo turno, per il quale ancora si attende dalla federazione europea la formula ufficiale, anche se Lorenzetti è già concentrato sulla fase calda: «Conosco poco il sestetto inglese – commenta a caldo il coach Angelo Lorenzetti – mentre il Novi Sad è una società storica della Champions League e delle coppe europee in generale, abbiamo qualche informazione in più. Sulla carta questo girone è ampiamente alla nostra portata. Vero che siamo agli inizi e i valori non sono dichiarati da parte di nessuno, bisognerà fare attenzione alla squadra che più conosciamo. Sono molto curioso di sapere come sarà organizzato questo primo turno e dove si potrà giocare: ci sono distanze piuttosto importanti e località non proprio agevoli dove andare a giocare. Molto più complessa appare, invece, la fase a gironi. Chi passerà avrà vita molto più difficile. Le squadre più titolate sono state sorteggiate proprio nei due gironi dove saranno inserite le due squadre provenienti dai turni preliminari e avranno una strada molto più impegnativa, come d’altronde è giusto che sia per chi disputa una coppa come la Champions League. Noi, però, vogliamo starci. Sapevamo che avendo la possibilità di essere inseriti nei turni preliminari prima o poi avremmo incontrato delle formazioni forti, ma abbiamo la consapevolezza che in Champions League ci si arriva se si ha un certo livello di gioco e si va avanti solo se si sconfiggono squadre forti».

Comunque un tour de force

Si prospetta un tour de force, quindi. Piacevole, ma sempre tour de force, nel quale si dovranno intersecare anche Supercoppa a metà del mese prossimo e campionato a partire da fine settembre. Sarà importantissimo gestire le energie e cercare uno standard subito elevato di forma per non trovarsi a inseguire: «Al momento – prosegue Lorenzetti – la preparazione sta procedendo in linea con le aspettative. Non abbiamo avuto intoppi rispetto alla programmazione impostata nelle settimane scorse e lo scopo era quello di equilibrare verso l’alto lo stato di forma dei ragazzi che via via avevamo a nostra a disposizione per le vicende oramai risapute. Si tratta di un processo in fase avanzata, ma sicuramente non completato. I ragazzi stanno lavorando e i progressi si vedono; è chiaro che tutti quanti ci auguriamo che questo stato di forma attuale, pur buono, sia un passaggio verso stato ancora migliore nelle prossime settimane».

L’incognita pubblico

Gli unici dubbi sono legati alla presenza o meno del pubblico alle partite. Ancora non è dato sapere se e come potranno accedere gli spettatori agli impianti. Dopo le varie esternazioni delle società, in attesa di nuove disposizioni anche diverse amministrazioni cittadine hanno chiesto al Ministro dello Sport di consentire l’ingresso degli spettatori negli impianti rispettando le misure di distanziamento.

«Noi stiamo lavorando per giocare a pallavolo – conclude il tecnico marchigiano – e le questioni logistiche spettano ad altri. Chiaro che giocare con il pubblico è molto più bello, ma si parla di un discorso estetico e per migliorare la pallavolo si possono fare anche altre cose. Da qua ad arrivare a dire che senza pubblico non è sport, ce ne passa. Anche perché si manca di rispetto a tutti quei ragazzini, e a volte anche adulti, che giocano con grande agonismo tante partite e quasi sempre con poco pubblico o senza del tutto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità