Max e Nicholas, è anche altoatesina la “linea verde” dell’Aquila Basket 

Ladurner, lungo classe 2001. «Il mio obiettivo è giocare in Serie A il modello è Knox, l’idolo Nowitzki». Zancanaro, play-guardia 2003.  «Ammiro la passione di Craft, voglio allenarmi con la prima squadra»


GABRIEL MARCIANO


Bolzano. In questo periodo è bene che tutti restino a casa. Tutte le attività sportive sono sospese. E lo sono anche quelle dell’Aquila Basket Trento, dove giocano Maximilian Ladurner e Nicholas Zancanaro: i due altoatesini militano tra le file di una delle più prestigiose società cestistiche italiane. Maximilian, ala grande/centro classe 2001, viene dalle giovanili del Maia Merano. Nicholas, playmaker/guardia classe 2003, da quelle dei Piani Bolzano. Entrambi, potendo crescere in un ottimo settore giovanile come quello della Dolomiti Energia, inseguono il sogno di sfondare nel mondo della palla a spicchi. Mantenendo, però, la testa sulle spalle e i piedi ben saldi a terra, se non quando c’è da saltare per un rimbalzo, un sottomano o una stoppata. In attesa di capire quando potranno tornare in palestra ad allenarsi, hanno dato la loro disponibilità per un’intervista.

Quand’è stato il vostro primo contatto con la palla a spicchi?

Zancanaro: «Ero alle elementari, in prima. È arrivata l’Europa che faceva i corsi extrascolastici. Non avevo niente da fare e quindi ho provato ad andare. Così ho iniziato. Mi piaceva, quindi sono entrato nella società, ho iniziato a fare le partite… Poi in terza elementare ho cambiato e sono andato ai Piani».

Ladurner: «Io avevo un professore d’italiano, che si chiama Gianluca (Zampedri, ndr) ed era un allenatore del Maia Basket. Mi aveva chiesto se volessi andare a fare un allenamento con loro. Da lì ho iniziato. Poi ho smesso per un anno, perché non mi trovavo bene con l’istruttore. Quindi ho ri-iniziato con Gianluca».

Quando, invece, è iniziata la vostra avventura con l’Aquila?

Zancanaro: «L’anno scorso, stagione 2018/19, in under 16».

Ladurner: «Io invece nel 2017/18, tre anni fa».

Cosa vi ha portati a Trento, come siete finiti in maglia bianconera?

Zancanaro: «Ho sempre giocato a Bolzano con i 2002, di un anno più grandi. Era arrivata la stagione in cui loro diventavano Under 18 e io, essendo in squadra con loro, avrei dovuto giocare contro i 2001/02, quindi ho dovuto cambiare e sono andato al Trento. Con loro avevo già fatto un torneo l’anno prima, a Riva del Garda, e mi ero trovato bene. Quindi ho provato questa nuova avventura».

Ladurner: «Io ero al Maia. C’era interesse da parte di tante squadre in tutta Italia. Stavo per andare a Reggio Emilia, ma nella primavera del 2017 mi chiama anche l’Aquila, chiedendo se voglio fare un provino. Visto che la società è seria e sono molto più vicino a casa, sono venuto qui a Trento».

Qual è il vostro ricordo più significativo, se pensate al basket?

Zancanaro: «Direi quando mi hanno chiamato al raduno della Nazionale a Livorno, oppure, più di recente, quando sono entrato in campo nell’amichevole qui a Bolzano con la serie A (al Pala Resia, sabato 22 febbraio in Trento-Cantù, ndr)».

Ladurner: «Sicuramente la prima partita che ho giocato con la maglia della Nazionale, al torneo Albert Schweitzer a Mannheim, in Germania. È stata una grande emozione. Poi… ci sono tanti ricordi belli, come il primo allenamento con la maglia dell’Aquila in prima squadra».

Da quanto tempo vi allenate con la prima squadra?

Zancanaro: «Ho fatto solo due allenamenti, prima dell’amichevole. Stavo andando a Trento come ogni volta, per allenarmi. Ho scritto a Tomas (Ress, ndr) per passarmi a prendere e mi ha risposto “Oggi vai con la serie A”. Così è stato anche l’allenamento successivo, e poi mi hanno convocato per la partita, visto che era qui a Bolzano».

Ladurner: «Ho fatto il primo allenamento a marzo del 2018; poi ho continuato tutto l’anno scorso. E quest’anno mi alleno anche con l’U18, ma principalmente con la prima squadra».

Com’è poter lavorare e ricevere consigli da un ex giocatore come Tomas Ress?
Ladurner: «È un grande aiuto per noi lunghi, essendo stato un ottimo 4/5: ha giocato molti anni e ha tanta esperienza. Con un suo consiglio magari capisci meglio o ne interpreti meglio un altro».

Zancanaro: «Soprattutto a livello individuale è una risorsa non indifferente. Sa darti sempre quei consigli sul singolo dettaglio da migliorare».

Tornando alla vostra vita: com’è strutturata una vostra settimana tipo?

Zancanaro: «Esco da scuola, l’ITI Galilei di Bolzano; arrivo a casa al volo, mangio veloce, prendo lo zaino, vado a prendere il treno e vado a Trento. Quest’anno sto facendo tendenzialmente pochi allenamenti, quattro a settimana, perché due giorni a settimana ho rientro fino alle 17.10 e non faccio in tempo ad andare a Trento. Però quando ho rientro, di martedì e di giovedì, esco e vado a fare pesi a Bolzano. Sempre di corsa…».

Ladurner: «Io invece vado a scuola tutti i giorni la mattina e due volte il pomeriggio, all’Ivo De Carneri a Trento. Quindi di solito vado a scuola, torno, mangio, scappo in palestra a fare pesi, poi allenamento con la serie A, a volte in più quello con l’U18. Quando ho rientro faccio solo un allenamento al pomeriggio. Mi sono trasferito a Trento da quando gioco qua».

Come riuscite a coniugare basket e scuola?

Zancanaro: «Grazie a una legge ho la possibilità di avere le interrogazioni programmate e anche entrate posticipate e uscite anticipate, se ce n’è la necessità. Quando abbiamo le partite lontano, ad esempio a Venezia, devo uscire prima, soprattutto se abbiamo rientro. E non mi vengono conteggiate tra le ore di assenza a fine anno. A scuola diciamo che non ho mai avuto problemi. Non studio molto ma riesco comunque, non so come, a ottenere risultati (ride, ndr)».

Ladurner: «La stessa cosa vale per me. Poi sicuramente con la scuola privata è un po’ più semplice».

Come vedete il vostro futuro, che ambizioni avete?

Ladurner: «Il mio obiettivo, il meno lontano, è giocare in serie A. Poi si vedrà… non so».

Zancanaro: «Riuscire nei prossimi anni a entrare nel giro della prima squadra, poi vedere come entro in questo mondo e come riesco a gestirmelo. Una volta entrato lì, riuscirò a darmi un obiettivo, un passo alla volta».

Avete dei giocatori che prendete come punti di riferimento per il vostro stile di gioco, degli idoli?

Ladurner: «All’Aquila sicuramente Justin Knox, da cui posso imparare tante cose tecniche. Guardando all’NBA c’era Dirk Nowitzki, che ovviamente è un mio idolo».

Zancanaro: «Dell’Aquila Craft a livello di passione e cuore è una cosa assurda. In NBA, ad altri livelli, mi piace molto lo stile di gioco di Irving, essendo io un 1/2 come lui, che in questo ruolo è uno dei migliori al mondo».

Qual è la differenza più grande che avete notato nel passaggio dalle vostre precedenti società all’Aquila?

Ladurner: «Sicuramente l’Aquila ha molte più risorse, quindi c’è un grande salto di qualità. Ma è normale che sia così».

Zancanaro: «Chiaramente all’Aquila ci sono molte più possibilità: già solo a livello giovanile, può chiamare chi vuole da tutta Italia con un paio di telefonate e imbastire una squadra. Poi ai Piani eravamo un gruppo piccolo, che andava solo dai 2002 in su, a parte me. Questo di Trento è un mondo molto più grande».

Che consiglio dareste alle vostre società di provenienza per migliorare la loro situazione?

Zancanaro: «Ho visto che (i Piani, ndr) stanno avendo già ottimi risultati: con una squadra di soli giovani sono in testa alla classifica. Non so come siano messi a livello societario, ma in campo molto bene. Non c’è niente da dirgli, stanno facendo un’ottima stagione».

Ladurner: «Di andare avanti così, rimanere uniti come società».

Maximilian a Merano, tra Maia e Charly, e Nicholas a Bolzano, tra Piani ed Europa, avete sicuramente vissuto le antipatie che ci sono tra le società. Come vedreste una maggiore collaborazione?

Ladurner: «Tra Maia e Charly c’è sempre stata quella rivalità ed è giusto che ci sia. Ma magari a Merano, visto che è una città molto piccola, potrebbe essere bello fare qualcosa insieme. Sarebbe forse uno step in più per migliorare la situazione. Non tutti possono andare in serie A: quel che ci manca in regione è una squadra in serie B o in serie C, dove possano andare i giocatori di qualità ma che non sono da A».

Zancanaro: «Ci vorrebbe più collaborazione, anche perché in Trenino Alto Adige, tolto il Trento, non c’è un basket di gran livello e lo sbocco alla fine è uno: l’Aquila. Se sei un buon giocatore, è lì che vai e quindi penso che dovrebbero mettersi d’accordo per formare al meglio i giocatori e poi lasciarli andare nelle squadre migliori. Come diceva Max, manca una squadra nelle categorie di mezzo, altrimenti i giocatori Under 18 del Trento che non possono andare in Serie A si ritrovano a giocare in serie D…».

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