Oggi alle 10 a Palù di Giovo i funerali di Aldo Moser

TRENTO. Oggi alle ore 10 al cimitero di Palù di Giovo si terranno i funerali di Aldo Moser. Cerimonia funebre riservata ai soli familiari per rispettare gli obblighi legati all’emergenza sanitaria...


Diego Nart


TRENTO. Oggi alle ore 10 al cimitero di Palù di Giovo si terranno i funerali di Aldo Moser. Cerimonia funebre riservata ai soli familiari per rispettare gli obblighi legati all’emergenza sanitaria del Coronavirus. «Molto probabilmente più avanti, a emergenza conclusa, organizzeremo una Messa per dare la possibilità ai tantissimi amici e sostenitori di Aldo di poter essere presenti – spiega Francesco Moser – per dedicargli un ultimo saluto».

I ricordi sono ancora molti per un fratello maggiore che ha rappresentato una guida, un riferimento per chi è diventato il corridore più vittorioso del ciclismo italiano con i 273 successi conquistati su strada e su pista nelle quindici stagioni da professionista. «La prima corsa ciclistica che ho seguito l’ho seguita proprio assieme ad Aldo – ricorda Francesco Moser – Era il 1961, avevo dieci anni di età, quando a bordo di una Fiat 600 avevamo seguito le fasi finali del Trofeo Alcide Degasperi, classica internazionale riservata alla categoria Dilettanti. Partenza da Bassano del Grappa e arrivo a Trento. Attendemmo il gruppo sulla salita del Morello, in Tesino. Salita impegnativa, resa ancora più impegnativa dallo sterrato e da un quadro meteo caratterizzato da una pioggia continua che aveva accompagnato i corridori dal primo metro di gara. L’arrivo era fissato in via Grazioli a Trento. Ricordo che Enzo prese il largo nella discesa di Ponte Alto. Conosceva bene quel tratto di strada e lì riuscì a fare la differenza. L’anno dopo Enzo passò professionista nella stessa squadra di Aldo e, nuovamente in via Grazioli a Trento, vinse la sua prima corsa da professionista, la prima edizione del Giro del Trentino corso in linea e vinto allo sprint su Cerato, Sarazin e Fallarini. Aldo aveva concluso in coda a quel gruppetto dopo aver pilotato al meglio la volata a Enzo».

Un altro ricordo appartiene alla stagione invernale. «Nel Giro del 1970, Aldo, aveva conquistato un traguardo volante al Giro d’Italia che aveva messo in palio una settimana da trascorrere in un albergo a San Cassiano, in Alta Badia, durante l’inverno. Lo sci è sempre stato uno sport adatto per tenersi in forma quando non si aveva e non si ha la possibilità di allenarsi in bicicletta».

Le immagini di tanti ricordi «sono davvero moltissime – conclude Francesco – Si legano a tanti momenti belli, di particolare significato». Come nel Giro d’Italia del 1984, all’Arena di Verona, quando Aldo fu tra i primi a complimentarsi con Francesco, dominatore della crono finale e vincitore della Corsa Rosa. Una giornata di colore rosa forse ancora più bella di quelle che, Aldo, aveva vissuto da protagonista a Superga nel 1958 e a San Vicenzo nel 1971 quando, per due volte, aveva colorato il suo Giro di rosa.

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