«Passeggiata» finale Lo scudetto al Renon 

Val Pusteria annientato per 6-1: quarto titolo per i «Buam» 


di Daniele Magagnin


ASIAGO . E’ il Renon ad afferrare con gli artigli l’84esimo scudetto della storia dell’Italhockey. I “Buam” fanno leva sull’esperienza, la forza e la lucidità nel saper affrontare le grandi sfide e si riconfermano con pieno merito campioni d’Italia, battendo con un tennistico 6-1 il Valpusteria sul ghiaccio di Asiago, teatro della Final Four. A capitan Christian Borgatello il privilegio di alzare al cielo la coppa del titolo italiano, il quarto, terzo consecutivo, dopo quelli del 2014, 2016 e 2017, che si aggiungono nell’albo d’oro della società a tre Coppe Italia e altrettante supercoppe nazionali. Il Val Pusteria resta a “zeru tituli” italiani dopo quattro finali, di cui una persa con il Bolzano e tre con il Renon (prima di ieri sera nel 2014 e nel 2016, entrambe per 2-4).

In via Stazione la cornice di pubblico e buona, ma non c’è il tutto esaurito ed è comprensibile. La mancata qualificazione dei padroni di casa, “sbranati” dai “Lupi” nella semifinale di sabato, tiene lontano i tifosi asiaghesi, che nutrivano più di un sogno di potersi giocare la possibilità di arrivare al sesto titolo tricolore. I pusteresi, al quarto assalto, sono fiduciosi e galvanizzati dal convincnete successo del giorno prima. L’inizio della finale però regala subito la fiammata dei “Buam”: 28” dopo l’ingaggio d’inizio Simon Kostner, dalla sinistra serve corto Oscar Erik Ahlström, lasciato in condizione di colpire e lesto a caricare il tiro e ad insaccare il disco sotto l’incrocio dei pali nella prima conclusione del match. Il Renon è reattivo in balaustra, risoluto e concreto su ogni disco e attendista il giusto, mentre i “Lupi” accusano il colpo, faticano a reagire e a trovare la profondità. Il Renon è cinico e spietato e alla capitalizza al massimo anche la seconda occasione. Fink imbecca Frei, pronto ad un potente e micidiale tiro rasoghiaccio dalla destra con il disco che si insacca tra il palo più vicino e il pattino di Tragust, con la difesa non esente da colpe. 2-0 all’8’. Di Casmirro e Hanno Tauferer si beccano e finiscono sulla panca dei puniti, ma in 4 contro 4 non succede nulla. Il tris del Renon al 13’: tiro di Frei, che frantuma la stecca e sotto porta Spinell è pronto alla zampata. Lancsar si busca 2’ per una carica scorretta e in power play arriva la quarta rete con capitan Borgatello, lesto a deviare davanti a Tragust la conclusione partita dalla stecca di Cole per il 4-0, parziale al primo riposo. Il secondo tempo inizia con l’avvicendamento tra i pali pusteresi, con Kinkelin chiamato a sostituire Tragust. La squadra di Petri Mattila beneficia di ben tre power play di fila, ma non riesce a dare intensità ai propri schemi e a trovare soluzioni dignitose. Con Kevin Fink sulla panca dei cattivi, Killeen, il miglior portiere della Ahl, conferma il suo blasone opponendosi a due tiri centrali per poi intervenire in spaccata. Non succede nulla, invece, quando a scaldare la panca dei cattivi tocca a Hofer e a Julian Kostner. Il penalty killing del Renon è di grande efficacia e il Val Pusteria soffre, arrivando alla frustrazione che si materializza nella doppia superiorità numerica concessa agli avversari, incapaci di sfruttarla. Il secondo tempo si conclude senza reti e con Simon Kostner a scontare 2’. In avvio di terzo tempo, con l’uomo in più è Bona ad impensierire Killeen da distanza ravvicinata, ma il portierone ci mette il gambale e sventa il pericolo. Al 5’ del drittel finale è Tudin a mettere le mani sullo scudetto firmando la cinquina con una rete di “mestiere”: disco messo in mezzo da dietro la porta a cercare (con fortuna) la deviazione del portiere, in questo caso con il pattino. L’ennesima superiorità numerica (doppia per un po’) a favore dei pusteresi non produce risultati concreti e il match si trascina stancamente verso la fine, ravvivato poco prima del termine dal contropiede di Markus Spinell, concluso con un tiro all’angolino alla destra di Kinkelin per il definitivo 6-0 e, a 4” dalla fine la rete della bandiera pusterese firmata Bona, che nega la gioia dello shutout a Killeen.













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