PIANI IN C1»PARLA L’EX “STELLA” DEL CANESTRO

BOLZANO. L’acronimo è DNC. Sta per Divisione Nazionale C. Ovvero, giocare su un palcoscenico prestigioso. Per Bolzano un ritorno nel panorama del basket nazionale dopo quasi 20 anni, per i Piani...


di Gianni Dalla Costa


BOLZANO. L’acronimo è DNC. Sta per Divisione Nazionale C. Ovvero, giocare su un palcoscenico prestigioso.

Per Bolzano un ritorno nel panorama del basket nazionale dopo quasi 20 anni, per i Piani (artefici dell’impresa) si tratta della prima volta in oltre 40 anni di storia.

Domenica sera la squadra bolzanina ha portato a compimento un progetto iniziato tre stagioni or sono: una vittoria in serie D, una campionato di C2 da protagonisti, quindi il grande salto. «Che significherà più onori ma anche più oneri» afferma Lorenzo Valerio, 55enne “stella” del basket cittadino, uno che la ribalta nazionale l’ha conosciuta. Un passato da giocatore (guardia di 191 centimetri), un presente da allenatore, alla guida dei giovanissimi della Pallacanestro Bolzano che militano in serie D.

Valerio, possiamo dirlo? Finalmente...

«Eh sì, finalmente anche il basket di casa nostra comincia a salire. Anzi,a risalire, perchè il profumo di serie C e anche di B questa città l’ha già sentito».

Quella dei Piani è una vittoria voluta?

«Certamente. Una programmazione triennale andata a buon fine. Perdipiù con una squadra baby, che ha futuro. Pensi che il più “vecchio” è Daniel Pioggia, 23 anni appena».

A questo punto la sua esperienza potrebbe tornare utile?

«Penso che non ce ne sia bisogno. Io con i giovanissimi ho trovato la mia dimensione ideale, ci sto benissimo. Eppoi l’attuale coach Minati e il suo vice Massai hanno fatto un gran lavoro. Minati poi è ben introdotto nell’ambiente, conosce moltissimi giocatori, sa anche muoversi sul mercato. La persona giusta».

Mercato? Perchè per la C1 bisognerà intervenire?

«Guardi, la squadra può andare benissimo cosi com’è. A parer mio comunque un lungo e un’ala con punti nelle mani farebbero comodo».

In C nazionale all’avventura?

«A parte le prime 4-5 squadre, credo che i Piani potranno dire la loro un po’ con tutti. E non è detto che le ristrettezze economiche generali non appiattiscano ulteriormente i livelli. Io comunque non ci vedo niente di impossibile».

Come mai questa affermazione?

«Ho visto una partita fra Cittadella e San Vendemiano. settima e ottava in classifica. Ritmo lento, molto più lento che in C2, solo un gruppo di giocatori esperti. Ma in campo ci stava, e bene, anche gente di 40 anni».

Sforzo economico?

«Quello sì, ci sarà. Servono più soldi, cambiano i parametri dei giocatori, aumenta la parte che va data alla federazione, qualche trasferta più lunga. Ma tra i 50 e gli 80 mila euro si può cavarsela. Il modello Bitumcalor Trento è quello da seguire: tanti piccoli sponsor, che possano coprire le difficoltà di quello principale».

Effetto Piani?

«Beh, visto ilPalaMazzali? Strapieno, gente che guardava la partita dalle vetrate. Un incentivo per i giovani ad avvicinarsi al basket. Del resto questa società è dal 1969 che lavora al servizio dei ragazzi».

Lei la serie C la conosce bene, vero?

«Ci ho giocato con la Fiamma Bolzano, abbiamo vinto i playoff con Treviso e saliti in serie B con lo Sponsor Pool 94. Che stagioni!».

Ieri e oggi: differenze?

«In campo notevoli. Oggi il basket è più fisico, forse un po’ meno tecnico ma decisamente più duro. La figura del preparatore atletico è diventata fondamentale. Le stesse regole sono dettate dalla maggior cattiveria nel gioco. Per esempio, una volta si potevano giocare 2 tempi da 20 minuti, oggi 4 da 10. Il tifo c’era, eccome: del resto Bazzan, Calandrin, Conci, Guglielmi, Lorenzoni, D’Alessandro, Nardon ed io eravamo tutti bolzanini doc».

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