«Quanto entusiasmo attorno a noi»

Simone Giannelli è tornato al lavoro dopo l’argento alle Olimpiadi di Rio: «Tra un po’ capirò il valore di quella medaglia»


di Nicola Baldo


TRENTO. Una settimanella di vacanza, giusto il tempo per qualche tuffo nel mare della Sicilia, per visitare un po' l'isola e poi via. Di nuovo qui, di nuovo ai piedi del Monte Bondone ma con, in più, una medaglia d'argento nella valigia. Per Simone Giannelli e Filippo Lanza vacanze insieme in Sicilia ed ora, insieme ad Oleg Antonov e Max Colaci, il ritorno in casa Diatec Trentino. Per un gruppo che fino a domenica sarà in ritiro a Borgo Valsugana. Un frullatore di situazioni, tutto in poco tempo per un Simone Giannelli fra i protagonisti assoluti dell'argento vinto a Rio dall'ItalVolley. «Una delle cose più belle – ha raccontato Giannelli – è stato vedere l'entusiasmo per la pallavolo che c'è stato in queste ultime settimane in Italia. Anche nei giorni scorsi, in vacanza, tantissima gente ci ha riconosciuto e ci ha fatto i complimenti per il risultato alle Olimpiadi, ringraziandoci perché avevamo fatto rinascere in loro la passione per la pallavolo. Riuscire ad accendere la passione è il massimo per uno sportivo». Mentre dal punto di vista squisitamente del risultato questo è stato un argento vinto più di un oro perso. «Chiaro che adesso la sconfitta in finale bruci. Ma fra qualche mese ci renderemo esattamente conto della grande importanza di un argento olimpico». Lei è indicato da tutti come una delle colonne di questa nazionale, come uno dei pilastri del futuro italiano del volley: come convive con tutte queste pressioni e attenzioni dall'esterno? «Sicuramente i complimenti mi fanno molto piacere, ma come anche l'anno scorso ringrazio sempre tutti ma preferisco volare basso. Sono ancora giovane, ho ancora tante cose da fare e spazio per crescere. Vivo queste attenzioni con serenità e senza nessuna pressione, io voglio divertirmi giocando a pallavolo e basta. Poi tutte queste cose esterne in campo non contano niente, lì conta solamente il gioco e basta». Il gruppo azzurro come “carta vincente”? «Sicuramente il gruppo è quello che per noi ha fatto la differenza, perché ci siamo trovati tante volte in difficoltà, siamo stati sotto nel punteggio in diverse occasioni ma non abbiamo mai mollato. Ed è questo che siamo realmente, un gruppo, il volley è uno sport di squadra e se giochi da singolo alla lunga in questa disciplina perdi. Nel volley vinci solamente se ognuno dà il meglio di sé, aiutandosi a vicenda». Ha già parlato con il nuovo tecnico della Diatec, Angelo Lorenzetti? «Un po' sì ma ancora non a lungo, non c'è stato ancora il tempo per farlo, lo faremo in questi giorni di ritiro a Borgo Valsugana. Sono molto contento della squadra e dello staff, non vedevo l'ora di ricominciare». La squadra cambia poco, non cambiano gli obiettivi. «Quest'anno la SuperLega si è rafforzata ulteriormente, ci sono tante squadre fortissime, ma noi giochiamo sempre per vincere in tutte le manifestazioni nelle quali giocheremo. Vogliamo scendere in campo pensando solo a vincere una partita alla volta, dopo questi secondi posti le lascio immaginare la fame che ho di alzare un trofeo...».

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