«Ripartiamo evitando di commettere gli stessi errori»

Bolzano. Anno cancellato. Si riparte dall’inizio, ovvero con l’AVS Mosca Bruno ancora in serie A3. A causa dell’emergenza sanitaria, la Federvolley nei giorni scorsi ha sospeso definitivamente i...



Bolzano. Anno cancellato. Si riparte dall’inizio, ovvero con l’AVS Mosca Bruno ancora in serie A3. A causa dell’emergenza sanitaria, la Federvolley nei giorni scorsi ha sospeso definitivamente i campionati, bloccando promozioni e retrocessioni. La matricola altoatesina, che prima dello stop era proprio ad un passo dall’aritmetico ritorno in serie B, sarà nuovamente ai nastri di partenza del terzo campionato nazionale. «L’AVS ha diritto di partecipare alla prossima A3 - dice coach Donato Palano – visto la decisione della Federazione e quindi è come se questa stagione non si fosse mai giocata».

Come vede il futuro?

«Alcune società hanno palesato problemi importanti a causa di questa crisi e potrebbero avere difficoltà. Proprio per questo motivo non mi sorprenderebbe se ci fosse una rivoluzione nella stesura dei prossimi campionati, con un nuovo format».

Prima che tutto lo sport si fermasse, voi avreste dovuto giocare a Cisano Bergamasco, però non vi siete presentati per motivi di sicurezza. Come è andata?

«La settimana prima avremmo dovuto giocare in casa di Porto Viro, ma la partita è saltata su decisione della Federazione. La domenica dopo avremmo dovuto giocare a porte chiuse contro Cisano. Durante la settimana due nostri atleti sono stati colpiti dalla febbre e per questo motivo, sommato al fatto che ci saremmo dovuti recare in una zona pericolosa, abbiamo proposto alla Lega di non andare. La nostra richiesta è stata respinta, poi il venerdì precedente alla gara la Lombardia è stata dichiarata zona rossa e la società, per tutelare i propri giocatori e lo staff, ha preso la decisione di non presentarsi, con tutti i rischi del caso».

Analizzando la stagione, il vostro primo anno in A3 non è stato molto fortunato.

«Ci siamo confrontati con realtà molto strutturate sia dal punto di vista tecnico che societario. Noi, a livello societario, siamo cresciuti tanto, ma - mentre gli altri club avevano già un’organizzazione - noi ce la siamo costruita. Nonostante la classifica, in campo non si è visto un gap importante con le altre squadre, ma è mancato qualcosina per lottare fino all'ultimo».

Alcuni innesti non sono sembrati azzeccati.

«Alcune scelte che pensavamo fossero vincenti alla fine non sono state adeguate. Nelle ultime partite, quando ci siamo rinchiusi in noi stessi, utilizzando quasi interamente la squadra che tanto bene aveva fatto in B l’anno prima, le cose sono andate meglio. L’esperienza di quest’anno ci insegna come sia fondamentale avere una struttura societaria importante ed essere fortunati nelle scelte. Serve un giocatore importante che nel momento decisivo sappia risolvere la situazione e togliere le castagne dal fuoco e quest’anno non lo abbiamo avuto. Spesso siamo stati inconcludenti e ci siamo sciolti nel finale, come contro la capolista Porto Viro, che ci ha rimontato e battuto al tie-break dopo che avremmo potuto chiuderla, o contro Trento, con cui stavamo dominando e alla fine abbiamo perso. È mancata quella convinzione che l’anno scorso ci aveva permesso di realizzare la striscia di nove o dieci risultati utili di fila. Nello sport, l’aspetto psicologico è fondamentale».

Quale sarà il futuro dell'AVS?

«La società si sta già muovendo, ma è ancora prematuro sbilanciarsi. Non intendiamo ripetere l'errore di quest’anno. Abbiamo formato, anche secondo la mia filosofia, una squadra di 12 titolari, cercando di avere un sano agonismo in palestra e in allenamento, invece abbiamo avuto delle spaccature. I nostri avversari, invece, avevano solo 7 titolari. Questa non è la mia filosofia, ma forse devo adattarmi anche io». M.I.













Altre notizie

Attualità