Südtirol beffato sul traguardo

Bolzano. Peccato. Perché quella vittoria scritta con il cuore, il sudore, il sacrifico sarebbe stato il degno “The End” di una domenica perfetta. Una vittoria che avrebbe rigenerato le speranze di...


Valentino Beccari


Bolzano. Peccato. Perché quella vittoria scritta con il cuore, il sudore, il sacrifico sarebbe stato il degno “The End” di una domenica perfetta. Una vittoria che avrebbe rigenerato le speranze di una promozione diretta e aumentato l’autostima di una squadra che stava vivendo un momento di difficoltà. E invece ecco un pareggio che se analizzato con la matita di un contabile è sicuramente legittimo ma che se invece commentato con l’animo letterario sta decisamente stretto alla squadra biancorossa che resta sempre a 5 lunghezze dal Padova ma è stata superata dal Modena e soprattutto agganciata da quel Perugia che però deve recuperare due partite.

Insomma, ambire a vincere il campionato è decisamente più complicato rispetto ad un paio di settimane fa ma almeno il pareggio tiene vive le speranze.

La squadra di Vecchi ha disputato la partita che doveva fare anche perché priva di Odogwu, Marchi, Gatto e Malomo infortunati e Vinetot ed El Kaouakibi squalificati e con Beccaro ancora febbricitante.

E allora ecco un inedito 4-3-3 con Magnaghi punta centrale e Voltan e Rover esterni, Fink in cabina di regia e Tait e Karic a recuperar palloni come il mediano cantato da Ligabue. Ci vuole attenzione, dedizione, spirito di sacrificio. Più spada che fioretto, più tuta blu che camice bianco, più mani sporche di grasso che guanti bianchi. Anche perché il Padova è squadra vera, che ha un “giropalla” di categoria superiore. Ma il Südtirol è lì, con Curto e Polak che chiudono la porta. Ma in mezzo a tanto spirito proletario c’è lo spazio per l’atteggiamento eversivo e sopra l’asticella di Davide Voltan che fa prima le prove generali con un tiro che sfiora la traversa e poi al 35esimo sblocca la partita: incursione per vie centrali di Fink che percorre da solo qualche decina di metri, al limite allarga sulla sinistra per Voltan, pronto a controllare per poi prendere la mira e piazzare la palla in rete alla sinistra di Vannucchi, vanamente proteso in tuffo.

Il Padova accusa il colpo, certo mantiene il controllo del gioco ma le maglie dell’Fc sono strette e non solo per le bande orizzontali della maglia celebrativa dei 25 anni del club. Le occasioni più pericolose arrivano solo da situazioni di calcio da fermo anche perché i vari Karic, Tait e Rover percorrono giri di campo neanche si dovessero preparare per la maratona. Il Südtirol sente profumo di impresa che si sarebbe concretizzata se l’arbitro nella ripresa avesse concesso un rigore nettissimo: Voltan lancia in verticale Fischnaller che si invola in area e viene atterrato da tergo, ma l'arbitro sorvola tra le proteste. Se anche in serie C ci fosse la Var “l’occhio di falco” avrebbe sicuramente decretato il penalty per la squadra di casa e i giochi si sarebbero chiusi. E invece a sette minuti dalla conclusione c’è il pareggio del Padova sull’unica disattenzione della squadra di Vecchi: sugli sviluppi di un corner dalla destra la palla arriva sui piedi di Chiricò sui quali i biancorossi non accorciano come da manuale consentendo allo stantuffo patavino di pennellare un cross teso in area che permette a Curcio di insaccare indisturbato a rete. Peccato perché con 2 punti da recuperare dalla capolista la situazione sarebbe stata ben diversa.













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