Olimpiadi

Samuel Costa e il vaccino Un caso tutto italiano 

Combinata. Il 29enne gardenese già qualificato ai Giochi di Pechino nella gara a squadre non può allenarsi e gareggiare: la sua esenzione medica vale per il Cio ma non per la Fisi


MARCO MARANGONI


BOLZANO. «Ho un’esenzione a qualsiasi tipo di vaccino da quando avevo due anni perché sono allergico e, se per il Comitato Olimpico Internazionale, l’esenzione è valida per poter partecipare alle Olimpiadi, per la federazione italiana sono escluso dalla squadra nazionale e non posso gareggiare in Coppa del mondo. Se la mia federazione mi lascerà fuori squadra non potrò partecipare ai Giochi di Pechino». Così, al nostro giornale, Samuel Costa, uno degli azzurri della combinata nordica che nella gara a squadre ha già il pass per partecipare ai Giochi olimpici di Pechino che scatteranno il 4 febbraio prossimo.

Costa, 29 anni, altoatesino di Selva Gardena, dal 30 dicembre scorso non può allenarsi e gareggiare in seno alla squadra azzurra. Infatti, il presidente della Fisi, Flavio Roda non ammette atleti non vaccinati nelle varie nazionali. Costa, atleta delle Fiamme Oro, in questi giorni è fuori squadra e lo scorso fine settimana non ha preso parte alla tappa italiana di Coppa del mondo in Val di Fiemme.

«Non sono un no-vax, da quando sono bambino ha un’esenzione a tutti i vaccini perché sono allergico: i medici nel 1994 mi hanno firmato l’esenzione – spiega amareggiato Samuel Costa –. Per la Federazione internazionale (Fis) non importa se sei vaccinato o meno, prima delle gare serve un tampone a prescindere se un atleta sia vaccinato o meno. Per il Comitato Olimpico Internazionale vale la vaccinazione ma anche l’esenzione. La federazione italiana non accetta l’esenzione, solo vaccinati o guariti. Ho chiesto spiegazioni al presidente Roda ma non mi ha risposto nessuno».

In merito alla vaccinazione il combinatista italiano aggiunge, «per me è stato uno shock quando mi hanno detto di restare fuori squadra e, se dovessi vaccinarmi e mi succede qualcosa a livello fisico, cosa faccio?».

Il caso Kummer

Pur di esserci, accetta di fare tre settimane di quarantena in un Covid hotel nei pressi di Pechino ma di farsi inoculare il vaccino non se ne parla.

È la decisione presa da Patrizia Kummer, 34 anni, che, non vaccinata per motivi personali, è in arrivo in questi giorni in Cina per sottoporsi alla quarantena di 21 giorni prevista in questi casi. Il Comitato olimpico elvetico non ha ancora ufficializzato la lista dei selezionati per la Cina ma la Kummer, oro olimpico nel 2014 a Sochi nello slalom gigante parallelo, avrebbe già avuto la conferma di essere stata scelta.

La campionessa svizzera è la prima atleta di questi Giochi invernali ad aver detto apertamente che non è vaccinata e che non intende farlo, aggiungendo però che non per questo infrangerà le regole. «Dopo la mia decisione di non vaccinarmi, per motivi personali che non sono tenuta a spiegare ora la logica conseguenza è che io debba andare in quarantena: rispetto quanto stabilito dalle autorità locali e dal Cio: farò la quarantena di 21 giorni», ha detto la snowboarder elvetica.

A Pechino tutto confermato

Nel frattempo dalla Cina arriva la notizia che “Olimpiadi invernali si svolgeranno come previsto senza adeguare le misure di prevenzione del Covid-19 a meno che non ci siano molti casi all'interno del sistema delle bolle: la nostra determinazione è ferma e incrollabile”. A dirlo Huang Chun, funzionario del Comitato organizzatore di Pechino 2022, malgrado i casi Omicron.

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