Sapporo 1972: l'oro di Gustav Thoni nel gigante dell'Olimpiade giapponese, vent'anni dopo Zeno Colò

"Mi ritorni in mente": le pagine storiche del nostro sport


di Valentino Beccari


BOLZANO. Fu l’ultima Olimpiade con gli sci di legno, l’ultima trasmessa in tv in bianco e nero, la prima con la Germania Est e con Taiwan. Sapporo indossa l’abito della domenica per l’edizione dei Giochi invernali che approda nell’isola di Hokkaido con 32 anni di ritardo: la prima assegnazione risale al 1940 ma la guerra cancellò l’evento.

L’eroe designato nello sci doveva essere l’austriaco Karl Schranz, dominatore in Coppa del mondo e ai Mondiali ma escluso dal Cio per professionismo. E allora diventano i Giochi di un ventenne di Trafoi che impara a sciare in neve fresca risalendo a piedi i tornanti dello Stelvio consegnati alla storia da Coppi e Bartali. Si chiama Gustav Thöni, ha lineamenti e modi gentili e soprattutto uno stile unico e innovativo con quel passo spinta forse indotto da un lieve difetto fisico, il valgismo.

È il suo marchio di fabbrica, come l’incedere leggero e ritmico tra i pali stretti dello slalom e le porte più larghe del gigante. Un modo di rivoluzionario di sciare, una finestra sul cortile dello sci di domani.In una Sapporo che alterna sole, neve e pioggia con grande disinvoltura, Thöni riporta l’oro olimpico in Italia esattamente vent’anni dopo il successo di Zeno Colò nella libera di Oslo 1952.Il gigante si sviluppa in due manche come oggi ma in due giorni distinti.

Al termine della prima Thöni e terzo, staccato di mezzo secondo ma nella seconda inserisce il passo spinta e sembra un marziano atterrato sulla superficie terrestre tanto che rifila più di un secondo agli svizzeri Bruggmann e Mattle che lo accompagnano sul podio. I giapponesi impazziscono per il ragazzo di Trafoi e persino il principe ereditario Aki Hito accenna un inchino nei confronti del nuovo imperatore dello sci.

A Trafoi le campane suonano a festa e tutto il paese ha assistito alla gara davanti alle televisione svizzera con per affinità geografiche (il confine è a una manciata di chilometri) ma per il fatto che la Rai ha trasmesso la gara in differita all’ora di pranzo e non in diretta nella notte considerando il fuso orario.

Gustav ha la possibilità di ripetersi qualche giorno dopo nello slalom, specialità con la quale ha un feeling ancora più stretto. A rovinargli la festa ci pensa un giovane spagnolo nato vicino a Madrid che alla “pelota” preferisce lo sci: Francisco Fernandez Ochoa relega sui gradini più bassi del podio Gustavo e suo cugino Roland conquistando il primo oro spagnolo nello sci alpino. E sulle note dell’inno iberico sfuma il sogno del bis olimpico di Thöni che però entra nella leggenda.













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