Sci: sulla Gran Risa trionfa Ligety, disastro azzurro

Il trentino Davide Simoncelli, il "mago" di questa pista, è finito appena decimo


Marco Marangoni


LA VILLA. Gran Risa, Gran disastro azzurra. Quello che doveva essere il giorno del riscatto si è trasformato in un preoccupante disastro. Davide Simoncelli, il "mago" di questa pista, è finito appena decimo. Prosegue il dominio in gigante dello stellato Ted Ligety.
Nel grande giorno dell'americano di Park City che per la prima volta consegue la laurea all'"Università del gigante", lo sci italiano conosce uno dei suoi momenti più neri degli ultimi anni. Non è questione di mancata vittoria o podio, ma di una situazione globale che da un momento all'altro potrebbe affondare. Tagli da tutte le parti, programmazione che, a questo punto, non pare essere mirata, spaccature interne alla federazione che alla lunga arrivano alle orecchie degli atleti ed un presidente, sempre molto cordiale, condannato in primo grado ed invitato a lasciare il consiglio internazionale. A tutto questo adesso ci si aggiungono pure le amarezze e delusioni che arrivano dalla neve.
I nostri si sono congelati già di buon mattino. I - 15 gradi hanno mandato letteralmente in tilt Massimiliano Blardone. Il vincitore del 2005 e dello scorso anno, che come il resto della truppa ama pendii ripidi dal fondo ghiacciato, continuava a sbandare. Sceso col pettorale 1, i suoi sci erano sempre di traverso, i secondi passavani e alla fine si è dovuto accomodare in tribuna per assistere, nelle vesti del grande escluso, alla seconda manche.
L'atteso Simonceli, una vittoria e quattro secondi posti in Alta Badia, dopo una mediocre prima manche finita oltre la decima piazza, nella seconda ha provato di trasformarsi ma questa volta non ci è riuscito.
Così, con le Frecce Tricolori fuori da giochi (anche quelle del cielo sono rimasta alla base di Rivolto fermate da minacciose nuvole cariche di neve) la sfida era tutta tra lo sci francese, con Richard (al comando dopo la discesa del mattino) ed il redivivo Fanara, e l'americano Ted Ligety, il dominatore in gigante di questa stagione.
La seconda manche è stata un susseguirsi di belle discese e con continui cambi di leader. Prima il ceco Bank, poi lo svizzero Cuche, quindi Fanara per tre prestazioni all'insegna della grinta e cattiveria.
Con ancora due atleti in casetta di partenza, la tensione nel parterre di La Villa cresceva. Ligety attaccava da subito il tracciato disegnato dallo svizzero Platzer facendo segnare già nella parte alta il miglior tempo. I suoi segreti sono stati, il saper anticipare pazzescamente le porte e gli incredibili rischi presi. Sul muro è stato intelligente, non ha premuto eccessivamente sull'accelleratore. Impeccabile la sua azione suoi dossi finali.
Al cancelletto c'era ancora Richard che tra una manche è l'altra avrà sicuramente pensato di passare in soli dodici mesi dal terzo posto alla vittoria. Cyprien ha attaccato, è stato il più compatto, più preciso sul muro, ma nel tratto finale ha ceduto soli quattordici centesimi.
Ora il "circo bianco" al maschile tornerà il 29 con la discesa di Bormio. La speranza è quella che Babbo Natale porti qualche regalo.

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