Tennis

Sinner senza limiti, oggi la finale

Alle 18 il pusterese sfiderà ancora Djokovic (Alcaraz ko) in diretta su Sky, in chiaro sulla Rai e in un Pala Alpitour ancora gremito. Vincendo si intascherebbe un assegno da quasi 5 milioni e 1500 punti

INARRESTABILE. Medvedev sconfitto da Sinner che vola in finale
SINNER VINCE ANCORA. L'altoatesino batte anche Rune, è in semifinale

IL SUCCESSO. Storica vittoria contro Nole: è la prima volta
LA GIOIA. “Vincere contro Nole è un'altra cosa: lo ammiravo in tv da bambino”. Djokovic: "Ha meritato lui"

 


Aliosha Bona


TORINO. C'è il fuoco nella racchetta di un ragazzo freddo come le sue montagne, capace di immagazzinare solo ciò che di buono può servire al suo tennis e di declassare ogni particella negativa. Jannik Sinner è incandescente, tiene vivo il suo sogno e quello di 60 milioni di italiani, che uno così, veramente, non l'hanno mai visto. Con la terza vittoria di fila sull'ormai ex bestia nera Daniil Medvedev (prima erano arrivati sei ko su sei), il pusterese è il primo italiano a centrare la finale alle Atp Finals di Torino davanti a un Paese che per due ore e ventinove minuti si è fermato. Chi (i più privilegiati) sugli spalti del Pala Alpitour, chi dal divano di casa, dal bar, in macchina con la radio o con il punteggio in tempo reale sul telefonino: Sinner ha trascinato il tennis nella vita degli italiani. Anche chi due racchette le aveva viste solo con Fantozzi: «Allora ragioniere che fa, batti? Ma mi da del tu? No no dicevo batti lei? Ah congiuntivo!».

La differenza, Sinner, la fa tutta ad inizio terzo set, quando Medvedev lascia il campo per una decina di minuti (troppo). Al suo rientro i dodicimila del palazzetto torinese lo fischiano, mentre l'azzurro rimane impassibile: fa parlare il campo e domina concedendo la miseria di un game dopo aver perso un sanguinosissimo tie-break: 6-3 6-7 6-1. Oggi l'ennesimo capitolo di storia lo vede opposto a Novak Djokovic in diretta su Sky e in chiaro su Raidue. Il serbo, battuto appena cinque giorni fa, ha dominato Carlos Alcaraz per 6-3 6-2: una versione deluxe del numero uno al mondo, che alle 18 difenderà il titolo. Solo per Sinner (l'unico imbattuto) ci sono in palio un assegno da capogiro - 4 milioni e 800 mila euro! - e 1500 punti valevoli per il ranking Atp. Ma Nole avvisa: «Da Jannik non mi aspetto nulla di nuovo rispetto a martedì, ma io ho tanta esperienza».

Cinico come non mai

Medvedev approccia in modalità macchina. Sinner pure. È un primo gioco a ritmi sostenuti ma con angoli acuti. La folla si gasa dopo 8 punti e dagli spalti si sente un «Portaci in finale». È presto, ma tutto il Paese si è svegliato con quella speranza li. Jannik arriva a 30 in risposta, poi stecca due rovesci e grazia Medvedev. Conscio degli ultimi due precedenti, il russo mette due piedi dentro al campo e la testa nella partita. Costringe il pusterese ai primi vantaggi con un tennis d'incontro, rigido come i suoi dritti, ma efficace. Nel momento migliore di Medvedev qualcosa si inceppa: da 40 a 0 il russo infiocchetta 3 gratuiti e due doppi falli. È break, 3-1, il primo della partita. Un flash dalle tribune offusca la vista dell'azzurro, non l'attenzione. Anche se mezzo palazzetto maledice il fotografo che ha osato disturbare il suo eroe. Il servizio lo aiuta e siamo 4-1. Daniil non si capacita di come sia sotto di tre game e rigetta qualche parolina verso il proprio angolo presidiato da Gilles Cervara, suo coach storico, uno nato a Cannes ma non sui tappeti rossi del festival. Si è fatto da zero costruendo un fenomeno. E ormai incassa imprecazioni come un pugile stagionato. Il pubblico è in escandescenze, anche troppo in momenti pochi opportuni. Anche Medvedev non scherza con la voce. Più urla durante l'impatto e più la palla viaggia. Gli scambi rasentano la perfezione, nessuno prende il comando sull'altro. Ma quel break al quarto gioco fa tutta la differenza del mondo: trequarti d'ora di spettacolo, è 6-3. Si riparte con il russo in pressione continua, più lucido di Sinner sulla diagonale del dritto. Meno quando deve muoversi e fare da tergicristallo. Jannik va a rete con la sicurezza si un giocatore anni '80, con dei tentacoli al posto delle braccia. E vince il triplo dei punti del russo quando gli scambi sono sotto i quattro colpi. Sintomo che è diventato (anche) un giocatore da uno-due all'occorrenza. I servizi vengono rispettati senza grosse chance per chi risponde, sino all'ottavo game che è un'agonia per chi guarda (e tifa Sinner). La prima di battuta abbandona il pusterese che letteralmente ne mette un paio su dieci, salva una palla break, giocata col "braccino" dal moscovita, e si riporta in parità (4-4). Medvedev è un giocatore nei punti normali e un altro quando deve mettere la zampata decisiva: inaspettatamente indeciso al momento di affondare. Nel game che permette al numero 3 del mondo di assicurarsi il tie break (6-5) si fa fatica a seguire la traiettoria di una pallina martoriata dalle cannonate: entrambi colpiscono piuttosto piatto, all'altezza della riga di fondo, perché se arretri su una superficie del genere (veloce come il ghiaccio) sei finito e la piccola sfera gialla è già dietro di te. E tie break sia, quindi, il giusto epilogo di un set giocato ad armi pari. Il russo si guadagna un mini break (2-1), lo perde e lo riprende sfruttando uno calo di rendimento di Sinner al servizio. Medvedev invece piazza due prime e si procura tre set point (6-3): sfrutta il secondo e mette in cascina, meritatamente, il parziale. Passano una decina di minuti dall'ultimo punto del secondo set e il primo del terzo: Daniil lascia il campo accompagnato negli spogliatoi dal fisioterapista e ci ritorno sotto una pioggia di fischi. Sinner battezza il primo game, fondamentale, e mette una pressione magnetica nel gioco successivo. È quello della svolta, fatto di un braccio di ferro estenuante anche per chi assiste. E il russo comincia a perdere la testa: forza una seconda a 220 chilometri orari, la spedisce fuori e manda in visibilio l'Italia intera (2-0). Stizzito, scaraventa la racchetta contro i tabelloni pubblicitari: ingaggia un duello con uno spettatore, intimandogli di stare zitto. È una bolgia. L'azzurro certifica il break con un tracciante di rovescio da far paura e approda sul 4-1. Sugli spalti si balla e si canta, trascinati dall'entusiasmo. I break diventano due, il vincitore uno: si chiama Jannik Sinner da Sesto Pusteria.

Sinner si concede ai fan fuori dall'albergo, poi se ne va per l'ultimo allenamento prima della finale

Il campione di tennis altoatesino all'uscita dell'albergo torinese per andare all'ultimo allenamento prima della finale contro Novak Djokovic questa sera alle, 19 novembre, alle 18. 

Jannik Sinner si concede ad alcune firme prima di salire in macchina e risponde ai cori che lo osannano con un timido sorriso. 













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