«Voglio fare qualcosa di straordinario, Tokyo è il sogno per il 2020» 

Volley. Parla il palleggiatore bolzanino dell’Itas Trentino e della Nazionale


MAURIZIO DI GIANGIACOMO


Trento. È quasi imbarazzante fare certe domande a Simone Giannelli, uno dei più grandi talenti dello sport regionale. A spanne, solo Dominik Paris ha raggiunto vette più alte di quelle del palleggiatore di Trentino Volley e della Nazionale, mentre Jannik Sinner promette di farlo molto presto. Il 23enne bolzanino chiude il suo 2019 con una Coppa Cev conquistata con l’Itas Trentino (il titolo mondiale per club era arrivato ancora nel 2018), con la quale si è anche guadagnato il diritto a disputare l’attuale Champions League, e la qualificazione olimpica con la Nazionale. “Cosa chiedere di più?”, verrebbe da dire. E invece ci saremmo attesi di più (da lui, ma soprattutto da Trentino Volley e dall’Italia), dopo aver visto conquistare un titolo italiano, nel 2015, a nemmeno 20 anni, palleggiando (e murando, e piazzando ace terrificanti) come un veterano anche con la maglia azzurra addosso. Il destino dell’Itas e quello della Nazionale sono nelle sue favolose mani. Ma è vero anche il contrario: le fortune di Giannelli sono legate a corda doppia a quelle della società di via Trener e a quelle del gruppo azzurro del c.t. Gianlorenzo Blengini. Vicende (alterne) sulle quali influiscono tante variabili. Intervista.

Simone Giannelli, che voto si dà al termine di questo 2019?

Direi un voto più che positivo. Ho conquistato un trofeo con la squadra di Trento, la Coppa Cev, mentre con la Nazionale ho centrato la qualificazione olimpica, che era il mio sogno e quello di tanti altri ragazzi. Io sono soddisfatto, anche se è nella mia natura volere sempre qualcosa in più e, effettivamente, si poteva fare meglio.

A livello di club, detto che il titolo mondiale è arrivato ancora nel 2018, con l’Itas ha conquistato la Coppa Cev ed il diritto a giocare nuovamente la Champions League: è un bottino soddisfacente o, appunto, si poteva fare di più?

Ecco, l’ho appena detto, si può sempre fare di più. Anche quando si vince 3-0. Quello della Champions League è un traguardo che ci siamo sudati molto, forse in semifinale con Civitanova avremmo potuto sfruttare meglio la prima partita in casa, ma ci sono risultati che bisogna saper accettare.

Sempre parlando dell’Itas Trentino, in questa stagione sembrate fare un po’ più fatica a competere con le prime tre, che peraltro sono diventate quattro. È un problema di budget, come ha detto lo stesso presidente Mosna, o anche un problema tecnico?

Io di budget non voglio parlare, sono un giocatore, il discorso economico non deve essere una scusa, abbiamo le carte in regola per conpetere ad alto livello. Detto questo, le prime tre o le prime quattro hanno giocato molto bene, noi abbiamo sempre perso con Perugia, Modena e Civitanova. Ma cerchiamo di migliorare su quello che ci è mancato, aumentando la qualità del nostro gioco, sappiamo di poterlo fare, non ci devono essere alibi. Non dimentichiamo, però, che tutte le squadre sono molto forti, non facciamo fatica solo noi: Modena ha appena perso con Padova, Perugia ha perso con Milano. Il livello di questo campionato è sempre più alto, ma noi vogliamo fare qualcosa di straordinario, battendo le squadre che sulla carta ci sono superiori.

C’è, in più, il problema dei tanti contratti in scadenza a fine stagione, come più volte lamentato dal suo allenatore Lorenzetti. Il suo contratto è scritto nella roccia?

Queste cose le lascio all’allenatore, io sto bene a Trento e voglio continuare a vincere con Trento.

Parliamo della Nazionale: anche in questo caso le chiedo se la qualificazione olimpica sia un bottino soddisfacente o si aspettava di più.

Più che soddisfacente, direi. Abbiamo conquistato la qualificazione alle Olimpiadi battendo 3-0 i campioni d’Europa, nella stagione che va a chiudersi puntavamo quasi esclusivamente alla qualificazione ai Giochi, per noi esserci riusciti è un grande motivo d’orgoglio. All’Europeo si poteva fare meglio, la partita con la Francia è stata una delusione, ma guardiamo avanti.

A Tokyo ci pensa già, o è troppo distante?

Io attualmente penso a lavorare e a crescere con l’Itas Trentino. So che se lavorerò bene arriverò pronto anche a Tokyo.

I giocatori del suo livello, leader della squadra di club e colonne della Nazionale, giocano troppo, come dice il suo presidente Diego Mosna?

Giochiamo tantissimo, ha ragione il presidente. Grazie alla nostra bravura non siamo costretti a prendere parte ai tornei di qualificazione olimpica che sono in programma nei prossimi giorni. Per chi è partito in queste ore, come i miei compagni Grebennikov, Kovacevic, Lisinac e Cebulj, è massacrante. Già si gioca ogni tre giorni, tra campionato, Champions League e Coppa Italia, in più metteteci i viaggi, gli allenamenti e le partite di questo torneo… è così per tutti, siamo professionisti e lo facciamo fino in fondo, ma confido che il presidente Mosna, alla guida della Lega Volley Serie A, possa risolvere questo problema.

Quale desiderio ha Simone Giannelli per il suo 2020?

Crescere nel mio gioco, fare la differenza, vincere con l’Itas Trentino. Il sogno, ovviamente, è l’Olimpiade, innanzitutto andarci e poi competere ad altissimo livello. È presto per pensare a un traguardo da raggiungere, non parto mai con delle premesse, dico solo che può succedere qualcosa di straordinario.

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