Calcio

«Volevo fare il calciatore, ma ora penso a Medicina» 

Intervista a Emanuele Bocchio, che domenica scorsa ha segnato quattro reti con il Brixen È esploso a 16 anni con il Bozner e ha debuttato in nazionale giovanile tanto che alcuni club professionistici si erano interessati a lui 


Filippo Rosace


BRESSANONE. Nel cielo del Brixen splende una stella. E’ quella di Emanuele Bocchio, attaccante classe ’98, attaccante che domenica contro la Rotaliana ha messo in bacheca un poker personale di reti, gemme che sono andate ad arricchire la cristalleria calcistica del talento bolzanino che nel 2014 fu inserito nella rosa della Nazionale Dilettanti da mister Notaristefano.

“E’ la prima la prima volta che segno quattro gol nella stessa partita – dichiara Bocchio – Sensazioni? Diciamo che al momento non è che ci ho pensato più di tanto. Sul momento pensavo più alla partita ed ai tre punti che avremmo potuto conquistare. E così è stato”.

Bocchio è stato inserito dal DS Armin Forer nello scacchiere del Brixen, con il chiaro intento di arricchire le qualità del team brissinese. Ma cosa si aspetta Emanuele Bocchio da questa stagione?

“Sinceramente non mi pongo troppi obiettivi – continua l’attaccante - perché prima di tutto bisogna guardare ovviamente a tutte le partite, ed anche ai risultati delle altre avversarie che, certamente, sono forti e temibili. Per il momento bisogna guardare avanti e rimanere concentrati”.

Emanuele Bocchio, dopo la parentesi austriaca vissuta nel Reichenau, è tornato a calcare i campi del massimo torneo regionale, nonostante il suo passato calcistico e le sue qualità avrebbero meritato altri palcoscenici...

“Forse sì…però per motivi di studio ho preferito rimanere in questa categoria. Ho sempre posto lo studio al primo posto ed il calcio in secondo piano. Scelta che mi permette continuare a giocare a calcio e portare avanti gli studi universitari nella facoltà di Medicina, sto frequentando il terzo anno”.

Medico e non calciatore?

«Esattamente sì, e questo penso sia anche normale per un ragazzo di ventitrè anni che deve pensare al proprio futuro”.

Emanuele Bocchio è cresciuto calcisticamente nel Bozner, frequentando giovanissimi le sfide del massino campionato regionale, sfiorando quelle della quarta serie. E li che Bocchio avrebbe potuto fare il salto.

“Si è vero. E’ stato nella stagione in cui il Bozner disputò la finale dei playoff per la promozione in serie D. Fortunatamente (aggiunge con un sorriso ironico, ndr) perdemmo quella finale, per cui tutto rimase come prima. Per il resto non ho avuto molte altre occasioni. Sono cresciuto nel Bozner e li sono rimasto. Perché? Diciamo che sono rimasto sempre legati a questi colori, alla squadra della città”.

L’Austria?

«Sono rimasto a giocare due anni con il Reichenau, dove mi ero trasferito per motivi di studio. E per gli stessi motivi adesso sono qui, dove continuo a giocare a calcio e studiare”.

Tornando alla partita con la Rotaliana, l’exploit firmato da Bocchio rimarrà negli annali del calcio.

“Segnare quattro gol in una partita sola non capita tutti i giorni. Troppo scarsa la Rotaliana? Non dimentichiamoci che dopo otto minuti era passata in vantaggio. Evidentemente domenica ero particolarmente in vena. Quello che è successo a me, accade a molti altri calciatori che vivono la giornata dove va tutto bene. Ma ci sono anche le giornate dove va tutte male. Rivalità con Consalvo? No, non credo. La nostra è una squadra giovane e che vive un buon rapporto all’interno dello spogliatoio. Nessuna rivalità ma solo tanto partecipazione al raggiungimento dello stesso risultato”.

Le ambizioni del Brixen sono quelle di prenotare un posto al tavolo delle grandi. Ambizioni che si sposa con il talento di Bocchio.

“Credo che sia giusto avere ambizioni. E’ chiaro che non scenderemo mai in campo con la mente condizionata dall’idea di poter perdere. Le ambizioni sono comunque quelle di fare un buon campionato, che rimane un torneo molto difficile. E se arrivasse la proposta importante? Dico che al momento quello che so e che nella mia vita adesso c'è lo studio che occupa gran parte del mio tempo. Quindi ora come ora dico che continuerò a studiare. Devo pensare allo studio. Fino a qualche tempo fa, il sogno di fare il calciatore di professione c’era…ma adesso devo guardare alle priorità e capire cosa fa meglio per me. Voglio completare gli studi e diventare un medico. Il calcio rimarrà una buona passione da coltivare, di domenica in domenica”.













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