Biodiversità-Cia, arriva il caso della pesca tabacchiera



TORINO, 20 SET - Il caso della pesca tabacchiera fa scuola nella biodiversità di successo. Il frutto, scartato in passato perché scomodo da sbucciare, è tornato alla ribalta sui banchi dei mercati. Stessa cosa per il grano Timilia, soppiantato per decenni da varietà più proteiche, ha ottenuto il benestare dei nutrizionisti e dei buongustai per il basso contenuto di glutine. A puntare i riflettori su questi due prodotti è la Cia-Agricoltori Italiani che, insieme alla sua associazione per l'agricoltura biologica Anabio, hanno promosso un incontro sul valore della biodiversità al Salone del Gusto Terra Madre in corso a Torino. Stessa sorte di successo potrebbero avere, secondo le due organizzazioni, alcune delle antiche specialità riscoperte e portate avanti da agricoltori-custodi, dal cece nero della Murgia, alla castagna ufarella casertana, dall'aglio di Caraglio al formaggio Rosa Camuna della Valcamonica. Tutti prodotti che valorizzati e riadattati agli attuali modelli di business, potrebbero creare valore aggiunto e indotto, doppiando il giro d'affari del turismo enogastronomico italiano che oggi vale 5 miliardi di euro l'anno. La tipicità è l'aspetto più caratterizzante dell'agricoltura italiana, precisano Cia e Anabio, nel chiedere alle Istituzioni di finanziare, con risorse aggiuntive, progetti di partenariato territoriali e investimenti a favore di imprenditori agricoli che conservano e valorizzano la biodiversità agricola. L'iniziativa è stata anche l'occasione per ufficializzare la costituzione di Anabio Piemonte presieduta da Raffaella Mellano, che si propone di rappresentare e sostenere i produttori biologici e biodinamici della Regione.









Altre notizie



Attualità