In Provincia si sa (quasi) tutto prima di votare?



Come noto, nell’isola altoatesina non esiste l’elezione diretta del presidente della Provincia. E la cosa ha ovviamente un senso: perché la legge elettorale tutela le varie minoranze (a cominciare da quella italiana, vien da dire) e tiene giustamente conto di equilibri non scontati. Si potrebbe peraltro affermare che dall’approvazione del secondo statuto d’autonomia questo è anche l’unico luogo dello Stivale nel quale il nome del governatore - come pomposamente lo chiamano in altre zone italiane, scimmiottando l’America - si conosce ancor prima di andare alle urne. Questa volta però un’incognita c’è: siamo davvero sicuri che il predestinato vorrà (ri)governare anche se dovesse essere costretto a imbarcare due assessori di Fratelli d’Italia e magari persino l’odiato Thomas Widmann, che dicendo che non ce l’ha con la Svp fa intuire che ce l’ha “solo” con Kompatscher? Come si ricorderà, l’attuale e probabile futuro presidente della Provincia, già cinque anni fa faticò non poco ad aprire le porte della giunta alla Lega, non perdendo occasione di rimarcare la sua vicinanza al centrosinistra. Con Arno, che definirei il capo della corrente degli orgogliosi/rigorosi, non si può dare nulla per scontato. Vuoi perché Fratelli d’Italia è quanto di più distante ci sia da lui e dalla sua cultura politica, vuoi perché un eventuale (ma per diverse ragioni probabile) successo della lista Widmann farebbe rientrare dalla finestra proprio colui che il presidente ha spinto senza tanti complimenti fuori dal portone. Due variabili di non poco conto, sulla strada del prossimo esecutivo. E ne vanno aggiunte altre, di variabili: i Verdi, ad esempio, riusciranno a portare in consiglio un altro italiano dopo l’uscita di Riccardo Dellosbarba? E il Team K, che cerca di superare le barriere etnico-linguistiche per ora senza riuscirci, a ottobre stupirà di nuovo tutti portando in aula una pattuglia importante? E se accadrà, della squadra farà parte anche un italiano? Come noto, il peso degli italiani in giunta (dove almeno una poltroncina per italiani e ladini c’è sempre, grazie appunto allo statuto) è legato ai numeri che avranno in consiglio. E quanti voti prenderà Fratelli d’Italia rispetto alla Lega (cinque anni fa trionfante) e a quel che resta di Forza Italia? E il Pd, le civiche e i 5stelle che ruolo avranno? In parte dipende dagli elettori. In parte dipende dal vento nazionale che a volte soffia e a volte travolge. In parte dipende da chi - una massa sempre crescente - a votare non ci andrà proprio. Nulla di scontato, dunque.













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