La lezione dei ragazzi: "Il futuro non crolla"



Goro, Gorino, Amatrice, Visso, Ussita. Quante Italie. Quanta disperazione. Quanta speranza. Quanti volti che si girano dall'altra parte. Quanti occhi e quante mani che si riempiono invece di solidarietà. Quante contraddizioni.
A Gorino, in piazza della Libertà- anche i nomi contano - si respingono i profughi: bambini, donne che aspettano bambini. Pericolosi solo per chi non conosce il reale pericolo dal quale i profughi fuggono. Arroganza, razzismo, classismo e paura non si fermano davanti a nulla. Ma nella paura degli abitanti di quei luoghi di un Ferrarese sconosciuto ai più, c'è sempre un po' della paura di ognuno di noi. Perché in noi il meglio e il peggio convivono. Si incontrano. Si scontrano. E l'appello di chi, come Papa Francesco, ci dice ogni giorno che l'accoglienza è un dovere, sbatte contro il muro dei nostri timori, del nostro egoismo, dei tanti nostri orticelli. C'è sempre chi chiude la porta. Ma c'è sempre anche chi la apre. E di solito, quest'ultimo, è chi ha di meno. Come se dividere il poco, fatto di carezze ancor prima che di cibo e ospitalità, fosse più facile del dividere il molto.
Prendete il terremoto: ci fa scoprire l'Italia dei borghi. Ci ricordiamo di Amatrice se crolla. Apprendiamo che il manoscritto dell'Infinito di Leopardi poteva andare distrutto nel museo di un paese di cui non conosciamo nemmeno il nome: Visso. E Ussita è il nome di un paesello che riempirà telegiornali e pensieri di scosse e di terrore solo per qualche giorno, come Annone Brianza, dove un cavalcavia - per colpa di una burocrazia che ha bisogno di ore per chiudere un ponte che stava perdendo pezzi - crolla sull'autostrada e la riempie di sangue e paura. Poi ci sono i ragazzi dell'Università di Camerino, che il terremoto di queste ultime ore ha strappato dalle aule e dai libri. Girano con una maglietta che forse dovremmo indossare tutti noi, così impregnati di presente da non riuscire spesso a guardare il presente degli altri. Su quella maglietta ci sono quattro parole: "Il futuro non crolla". Una grande lezione.













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