Il lutto

Addio a 96 anni a Rosaria Palla, l'ultima barcarola dell'Adige

Aveva in gestione un rudimentale traghetto che nel 1948 faceva la spola fra le due sponde del fiume. Originaria dalla Sardegna. «Lo facevo – ci aveva detto – per dare una mano a mio marito, perché di soldi ce n’erano pochi» 


Bruno Tonidandel


SALORNO. La "barcarola", passata all'altra sponda, non ha fatto più ritorno. Se n'è andata per sempre, serenamente come era vissuta, in una stanza della casa di riposo di Salorno all'età di 96 anni, Rosaria Palla vedova Pedri, mamma dell'architetto Bruno Pedri e di Martina. Fino a qualche anno fa Rosaria, conosciuta in modo particolare dagli anziani della Bassa Atesina come la "barcarola de l'Ades", cioè la traghettatrice dell'Adige, si faceva portare tutti i giorni dal figlio Bruno che le faceva visita, a vedere il grande fiume che scorre lungo la vallata, lambendo Salorno ma anche Laghetti. Anche perché l'anziana donna era molto legata all'Adige. Perché proprio qui, più esattamente a San Floriano, Rosaria aveva trascorso forse i momenti più belli della sua lunga esistenza, accanto al marito Giuseppe.

Lei infatti, con il suo uomo, aveva in gestione un rudimentale traghetto che nel 1948 faceva la spola fra le due sponde dell'Adige sostituendo il ponte di legno distrutto dai bombardamenti degli Alleati. Il barcone in legno fissato ad una fune che attraversava il fiume, era manovrato da due giovani da poco convolati a nozze: appunto Rosaria e Giuseppe Pedri. Il marito, purtroppo è venuto a mancare nel 2004 e Rosaria, con molti anni sulle spalle, andò ad abitare in un appartamentino della casa per anziani a Salorno, guarda caso, progettata e realizzata dal figlio, architetto Bruno Pedri, appassionato storico della Bassa Atesina e della Piana Rotaliana. È passata molta acqua dell'Adige da quel 1948 ma Rosaria non poteva dimenticare quel periodo.

«Eravamo appena sposati - ci aveva detto alla festa di un suo compleanno - ed io dovevo pur dare una mano a mio marito perché soldi ce n'erano pochi». Oltretutto, originaria della Sardegna, con l'acqua, anche se lì è quella del mare, ci sapeva fare. Erano anni bellissimi - ci diceva ancora - anche se lavoravamo molto. Avevano iniziato a traghettare nel gennaio del 1948 per due anni di seguito e l'orario era dalle 6 del mattino fino alle 10 di sera. Alle volte facevano anche gli straordinari perché c'era sempre qualche emergenza o qualche ritardatario. I clienti erano i ferrovieri che abitavano a Laghetti e che tutte le mattine prestavano servizio sulla ferrovia del Brennero partendo dalla stazione di Magré, ma anche altri lavoratori, contadini e i primi studenti pendolari; non mancava quasi mai l'ostetrica, la signora Fragoesch, che abitava a Magré ma che prestava servizio anche a Laghetti». Il traghetto di San Floriano con la coppia di "barcaroli" rimase in servizio due anni, fino a quando iniziarono i lavori di costruzione del nuovo ponte. I coniugi Pedri si stabilirono a Laghetti e Giuseppe lavorò come carpentiere alla nuova opera sull'Adige completamente in legno. Il traghetto dei Pedri andò così in pensione ma non il ricordo di Rosaria che quasi ogni settimana voleva vedere le acque dell'Adige e pensare ai bei tempi passati sul barcone con il suo Bepi.

Il funerale della "barcarola" si è svolto giovedì pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Salorno. Era presente anche il vice sindaco Ivan Cortella. Il parroco, don Pierluigi Tosi, ha sottolineato che «Rosaria ha concluso il cammino con noi serenamente proprio alla vigilia della Resurrezione di Cristo».













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