A Roma la Svp voleva cancellare Castel d’Appiano

Tra le follie, in materia di toponomastica, che erano state quasi decise nel 2017 con la norma di attuazione della commissione dei sei – che aveva tenuto conto anche del nuovo elenco proposto dal Cai...



Tra le follie, in materia di toponomastica, che erano state quasi decise nel 2017 con la norma di attuazione della commissione dei sei – che aveva tenuto conto anche del nuovo elenco proposto dal Cai - c’era anche l’abolizione di Castel d’Appiano e Castel Masaccio che avrebbero dovuto chiamarsi - in base alla proposta della Volkspartei a Roma, poi naufragata grazie al secco no del consigliere provinciale Roberto Bizzo – Castel Hocheppan e Castel Matschatch.

La Commissione dei Sei non ha raggiunto il compromesso, che sembrava a portata di mano, sulla norma d'attuazione che dovrebbe basarsi sull'effettivo utilizzo dei nomi italiani. A fare saltare il tavolo è stata la richiesta di Roberto Bizzo di blindare maggiormente i nomi italiani su cui non è stato trovato ancora l'accordo. Secondo Bizzo, la norma di attuazione dovrebbe riportare che, in attesa di definizione, gli 8 mila nomi ufficiali tolomeiani restano bilingui. Richiesta irricevibile, secondo la Svp. Il presidente della Commissione dei Sei Francesco Palermo si è detto deluso: «In questo modo il problema resta e diventerà più acuto e saranno gli italiani a rimetterci, di certo non i tedeschi. La norma ha senso solo se serve alla pacificazione». Il senatore teme ora «una radicalizzazione della questione».













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità