Appiano, le chiavi del Pd a Zanella: «Non mi piegherò» 

Il vicepresidente provinciale del Cai traccia la nuova linea  «Gli italiani? Devono partecipare e farsi rispettare di più»


di Massimiliano Bona


APPIANO. «Ho marcato Paolo Rossi e Preben Larsen Elkjær, non vorrete mica che abbia problemi a scuotere e rilanciare il Pd della Strada del Vino?»: a parlare, con la consueta schiettezza, è Carlo Alberto Zanella, neo segretario del Circolo (che conta poche decine di iscritti), ma anche vicepresidente provinciale del Cai, che ha raccolto il testimone da Erika Zomer, consigliera comunale del Partito Democratico.

Si tratta di due modi di fare e intendere la politica diametralmente opposti, che servono anche a scuotere una comunità, come quella italiana di Appiano, che finora è rimasta un po’ ai margini della scena politica locale, complice lo strapotere locale di Svp e Bürgerliste, forze con le quali il Pd peraltro governa la cittadina.

Signor Zanella, ormai è lanciatissimo: prima la vicepresidenza del Cai e poi la guida del Circolo locale del Pd. Sta pensando alle comunali del 2020?

«Mah, è un po’ presto per parlarne, comunque sì. Sono convinto che ognuno di noi, se ha tempo e voglia, dovrebbe cercare di dare un contributo. Anche alla vita politica e sociale del paese. Io, nel mio piccolo, cerco di essere propositivo e soprattutto sono particolarmente motivato».

Il suo passato, dal punto di vista politico, è abbastanza ricco...

«Beh, a livello locale ho iniziato con la lista civica interetnica Eppan Aktiv, per poi approdare per un breve periodo a Scelta Civica».

Chi l’ha portata al Pd?

«Alessandro Huber, per il quale mi sono schierato pubblicamente anche nella corsa alla segreteria»-

Un Pd, peraltro, lacerato è diviso anche a livello locale...

«Il vero paradosso è che entrambe le correnti sostengono Renzi, quindi fatico a capire queste divisioni. Anzi, se devo dire la mia fino in fondo, ritengo questa spaccatura del tutto fuori luogo. Non aiuta la base, ovvero i cittadini, a capire, ad orientarsi. Anzi, se proprio li confonde e li allontana dalla politica».

Ma lei ha spiegato ai vertici del partito che non è una persona che sa tacere?

«Certo che sì. L’ho detto a chiare lettere sia a Costa che a Tommasini. Se c’è da parlare io parlo...».

Mi scusi, ma lei che mestiere faceva?

«L’agente di commercio per le Pagine Gialle. Adesso sono meritatamente in pensione e mi godo la montagna».

Già, allora veniamo alla sua seconda passione. Pare che le sue proteste sui cartelli abbiano già sortito i primi effetti con l’Avs di Appiano...

«Guardi, anche l’Alpenverein legge il giornale e si fa un’idea di cosa chiede l’altra metà della comunità...».

Beh, non siamo proprio metà..

«Vero, ma dobbiamo imparare a partecipare di più. Solamente così possiamo contare davvero di più. Questo sarà il mio messaggio per i prossimi mesi».

Sul nuovo stradario del Comune lei è ottimista? Non ci saranno «blitz» da parte della destra tedesca?

«Noi - e con noi intendo il sottoscritto e il sindaco Cleva - siamo qui a vigilare. Il principio del bilinguismo, a meno che non si tratti di una malga sperduta a 3 mila metri, è sacro».

Mi perdoni, in che ruolo giocava a calcio?

«Stopper, ma di quelli tosti. Molto tosti....».

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