Bronzolo, pronta la casa per la famiglia di migranti 

Nei prossimi giorni la consegna delle chiavi dell’abitazione in via Chiesa Vecchia La sindaca Mongillo: «Creeremo le condizioni per farli sentire a loro agio»


di Sara Martinello


BRONZOLO. Consegna delle chiavi prevista per questo finesettimana – o per l’inizio della settimana prossima – per una famiglia di cinque persone, due adulti e tre bambini, in arrivo a Bronzolo col progetto Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

L’appartamento, il cui affitto è pagato, insieme alle utenze, dalla comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina, si trova in via Chiesa Vecchia e ha avuto bisogno di essere arredato prima dell’arrivo dei nuovi inquilini. «A occuparsene è stata soprattutto la vicesindaca Margot Pizzini, poi chiaramente è da ringraziare per la preziosa disponibilità anche la famiglia che detiene l’immobile», precisa Giorgia Mongillo, sindaca di Bronzolo. «Il Comune non è a conoscenza dei dati anagrafici dei profughi in arrivo né della loro provenienza: è la comunità comprensoriale ad assegnare le persone alle varie municipalità. Noi, come tutti, partecipiamo sostenendo il 5% delle spese, che potrebbero essere per esempio il lavoro degli operai che hanno portato e installato gli arredi».

Le cinque persone in arrivo nei prossimi giorni saranno seguite nell’integrazione nel tessuto comunitario. Quando saranno in grado di mantenersi autonomamente grazie a un impiego, i due adulti avranno sei mesi di tempo per trovare una nuova sistemazione in cui vivere coi tre figli, così nel frattempo «si cercherà di creare le condizioni per l’inclusione, un terreno fertile in cui i migranti possano trovare un lavoro», prosegue Mongillo. A Bronzolo, dove la maggioranza dei residenti parla italiano, c’è già un 8% di persone nate in Paesi diversi dall’Italia: vengono dall’India, dal Pakistan, dall’Albania, dalla Romania. Tutte persone ben integrate con un impiego e una certa stabilità.

«In dicembre abbiamo organizzato un incontro in consiglio comunale, a cui abbiamo invitato anche la comunità comprensoriale, per presentare il progetto Sprar alla cittadinanza. Sì, inizialmente qualche rimostranza c’era stata: da Casapound, per esempio, che a fine marzo aveva affisso un cartello sulla casa in cui ora alloggerà la famiglia in arrivo. Il cartello è stato rimosso, nessuno ci ha dato molto peso. Ciò che in questo momento serve al Paese è una risposta concreta alle esigenze correnti», conclude Mongillo, auspicando la stessa convivenza serena che a Bronzolo ora esiste tra persone nate in Italia e famiglie provenienti da altri Paesi.













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