LA STORIA

Case di riposo, si balla come antidoto al Covid 

Egna-Montagna, la sfida. I video postati sui social hanno entusiasmato parenti e residenti La «Griesfeld» - struttura modello - esiste dal 1336 e oggi conta sull’apporto di 120 collaboratori


Jimmy Milanese


EGNA / MONTAGNA. Si chiamano case di riposo per gli anziani, una volta erano semplicemente gli ospizi. Sono quei luoghi nei quali a chiunque può capitare di passare gli ultimi anni della propria vita, quando le forze mancano al punto da mettere in discussione l'autosufficienza. Infatti, le case di riposo per gli anziani – qui abbiamo deciso di chiamarle in questo modo – sono residenze dove i figli mettono i propri genitori, spesso perché non hanno possibilità di accudirli, altre volte perché non ne sentono l'esigenza. Se è risaputo che il grado di civiltà di una nazione si può misurare anche dalla situazione nelle sue carceri, ancora più vero è che il trattamento riservato agli anziani determina il tipo di società alla quale apparteniamo. Tutti concetti che conoscono bene alla Fondazione Griesfeld di Egna che gestisce due strutture per anziani: una ad Egna, per una capienza di 74 posti letto e una più ridotta a Montagna, nella casa di riposo municipalizzata frutto di una donazione alla parrocchia in cui i posti letto sono invece 46.

L'Apsp Griesfeld è un’antica istituzione la cui testimonianza risale al 1336, data del primo atto ufficiale finora rinvenuto in cui è nominata la Fondazione. In quegli anni era il personale del vecchio Ospedale a prendersi cura di pellegrini e malati. Oggi, invece, sono i 120 collaboratori della Fondazione che cercano di alleviare le sofferenze degli ospiti nei loro ultimi anni di vita. A tal proposito, tra le case di riposo altoatesine è partito un “Facebook Challenge” che in parole povere significa una sfida tra istituzioni per la terza età consistente nella pubblicazione di video nel noto canale social.

«Viviamo i momenti – cari saluti da un ambiente covid-free», si legge nel lancio dei video, seguito da un: «A tutte le residenze per gli anziani: restate uniti ma soprattutto resistete in questo periodo difficile!». Una sfida accettata da altre case di riposo che stanno iniziando a postare video nei quali viene mostrata l'attività al loro interno, fatta di balli e canti tra giovani e bellissimi collaboratori della struttura e ospiti iper divertiti che dai loro volti lasciano trasparire una certa abitudine ad attività ludiche come queste.

Un video alquanto professionale, quello della Fondazione Griesfeld, che per numero di visualizzazioni e condivisioni farebbe gola a qualsiasi network televisivo, anche in considerazione del numero di commenti da parte di entusiasti cittadini e parenti degli ospiti. E allora si vede una signora in cucina che balla con i suoi piatti, uno pseudo Charlie Chaplin o un operatore che balla mentre pulisce i pavimenti, ma anche quella signora in sedia a rotelle che fa la Ola come se fosse una fan sfegatata da stadio. Ce ne è per tutti i gusti, nel video della Griesfeld, con una fantasia che produce come minimo due effetti positivi, in un periodo nel quale per le case di riposo ogni attività deve essere svolta con estrema attenzione verso la sicurezza degli ospiti.

Fa sperare vedere che per via delle più disparate vicissitudini della vita, persone oggi costrette a vivere in una casa di riposo se la spassano come se fossero al Luna Park. Dall'altra, il video fa tornare alla mente una bellissima canzone di Claudio Baglioni a loro dedicata che nel finale recita: «I Vecchi, se avessi un'auto da caricarne tanti, mi piacerebbe un giorno portarli al mare, arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio tutti quanti». Perché se in Alto Adige ci fosse il mare, è sicuro che i ragazzi della Fondazione Griesfeld ce li porterebbero in braccio «e attenti a non sudare».













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