Ciclabile in zona Cervo, «Iter al palo da 15 anni» 

Vadena. Sui banchi del consiglio provinciale una mozione tesa a sbloccare la trafila burocratica Il Team K insiste: «Dopo interferenze politiche e liti in tribunale è tempo di avviare gli espropri»



Vadena. Parla di «interferenze politiche, lungaggini burocratiche e liti finite in tribunale», il Team Köllensperger, nell’annunciare la propria mozione che mercoledì sarà discussa dal consiglio provinciale in merito al collegamento tra la ciclabile provinciale Bolzano-Salorno e la rete ciclabile del comune di Laives. Si parla della zona Cervo, a Vadena, dove il Team K è attivo con l’apporto di Alessandro Beati, sindaco del paese per tre legislature e oggi esponente del partito. «Servono certezze sulla realizzazione del progetto. Il relativo iter era iniziato oltre quindici anni fa: a tutto c’è un limite, non è ammissibile fermare il completamento di una pista ciclabile per così tanto tempo», avverte Köllensperger presentando una mozione che richiede esplicitamente, al terzo punto, di bandire o assegnare i lavori per un tracciato pedociclabile.

La storia del tracciato.

La ciclabile Bolzano-Salorno viene realizzata nel 2003. Contestualmente vengono costruiti diversi collegamenti per rendere il più agevole e il più sicuro possibile l’accesso dei ciclisti ai centri urbani lungo la valle. Per raggiungere Laives, il 21 novembre 2005 l’allora giunta provinciale delibera l’inserimento nel Puc di Vadena di una bretella ciclabile, da allora però rimasta solo sulla carta.

Il tracciato interessa una stradina interpoderale privata, la cosiddetta “zona Cervo”. «I proprietari dei terreni si misero subito di traverso a quello che però era ed è un interesse collettivo: collegare le ciclabili di una cittadina di circa 18 mila abitanti come Laives alla dorsale provinciale. Purtroppo in questa vicenda giocò un ruolo la politica. Per ben sei anni, dal 2005 al 2011, non accadde nulla. Nel 2011 si cercò un palliativo: fu aperto al traffico pedociclabile il sottopassaggio ferroviario di via Vadena, che però risultò subito fuorimano e quindi inadatto al traffico ciclabile da e verso nord».

Si arriva quindi al 2016, senza risultati. Il Puc di Vadena nel frattempo è decaduto e bisogna reinserire il progetto nel piano urbanistico, cosa che viene fatta con delibera della giunta provinciale. Nello stesso anno poi si delega la Comunità comprensoriale sia per la progettazione sia per la realizzazione.

La situazione attuale.

«Oggi – riprende Köllensperger – la Comunità comprensoriale ha redatto il progetto definitivo, ma l’inserimento nel Puc di Vadena del tratto ciclabile in questione ha subito forti ritardi anche in seguito a una causa intentata dai proprietari e della relativa sentenza del Tar». Si fa riferimento all’annullamento dell’iter di esproprio nel 2019. La sentenza rilevava errori procedurali sul reinserimento stesso, ma allo stesso tempo confermava la correttezza del tracciato previsto. «La questione è stata infine superata e l’inserimento del tratto di ciclabile nel Puc di Vadena è oggi in attesa di essere fatto dall’Ufficio pianificazione territoriale e cartografia della Provincia, su input della Comunità comprensoriale. Completato questo passo si potrà procedere finalmente all’esproprio dei terreni».

Le accuse alla politica.

Il consigliere provinciale lancia precise accuse alla politica. «A dare man forte agli interessi dei proprietari dei terreni – che sono anche comprensibili, ma appunto particolari e in contrasto con l’interesse pubblico – ci ha pensato la politica a vari livelli istituzionali. Per fare un esempio: nella giunta comunale di Vadena siedono oggi assessori che nella passata legislatura hanno creato interferenze alla realizzazione dell’opera. Che pare non siano cessate: nell’ultimo Documento unico di programmazione è stato approvata una norma a tutela dei terreni agricoli proprio nel caso di costruzione di piste ciclabili». Per capire a che cosa Köllensperger si riferisca bisogna guardare il Documento programmatico della legislatura 2020-2025 della giunta comunale, che al capitolo “Viabilità” prevede la “salvaguardia delle attività agricole nel completamento delle piste ciclabili”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità