Dieci tombe di neonati di epoca romana 

Il ritrovamento - sensazionale - è stato fatto a San Paolo. «I bimbi venivano sepolti dentro le case e anche sotto i pavimenti»


di Sara Martinello


SAN PAOLO DI APPIANO. Una scoperta che conferma l’importanza di San Paolo di Appiano come insediamento in età romana, quella avvenuta pochi giorni fa. Durante i lavori di sbancamento per costruire un garage sotterraneo vicino al ristorante «Zum guten Tropfen», in pieno centro storico, l’Ufficio beni archeologici si è imbattuto in dieci piccole tombe e in una notevole quantità di monete risalenti al I secolo dopo Cristo.

Già nel 2005, costruendo un garage sotterraneo vicino alla piazza centrale in località Aica, si era scoperta una villa, datata al IV secolo dopo Cristo: i successivi scavi hanno portato alla luce marmi provenienti dall’Asia Minore, un’area termale, affreschi e un mosaico pavimentale policromo in ottimo stato di conservazione. Ora il rinvenimento di altri muri (accanto ai quali sono collocate le dieci sepolture) fa pensare che siamo di fronte a una prima parte della villa.

La direttrice dell’Ufficio Catrin Marzoli spiega perché le sepolture siano così piccole: «Vi erano sepolti neonati, bambini fino all’anno di vita. La sepoltura dei neonati vicino alle abitazioni era un fenomeno tipico che affondava le proprie radici nel primo millennio avanti Cristo, quando i bambini piccoli trovavano sepoltura addirittura dentro le case, sotto i pavimenti. I morti adulti, invece, erano tenuti sui confini degli insediamenti. Inoltre, la struttura tombale in tegoloni romani permette di stabilire con certezza la datazione».

A proposito delle monete, Marzoli ha sottolineato ieri che «sono di bronzo e particolarmente ben conservate: è evidente che fossero nuove o seminuove, dato che non presentano segni di usura. Certamente nella zona c’era una strada romana – e non è escluso che la via d’interesse per San Paolo fosse proprio la Claudia Augusta. Ciò che ancora una volta trova conferma è che San Paolo era un centro importantissimo. “Appiano” invece è un nome prediale, significa “fondo di proprietà di Appius”. Abbiamo due testimonianze, del 1217 e del 1237, che parlano di un “sito di Piano” distinto da San Paolo».

Ora i reperti, trasportati nel frattempo nell’archivio di Frangarto, saranno inventariati e restaurati. Prossimamente si stabilirà dove tenerli. «Esporli in zona, magari proprio ad Appiano, sarebbe l’idea migliore. Così i residenti potrebbero approfondire la storia del territorio», così auspica Marzoli.

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